Verso il nuovo anno pastorale. Incontro con don Agrò, vicario per la pastorale

In vista dell’inizio del nuovo anno pastorale, l’arcivescovo, insieme al vicario generale e ai vicari episcopali di settore, sta incontrando i presbiteri e i diaconi in assemblee zonali. Come lo stesso card.Montenegro ha spiegato nella lettera di convocazione, questo momento costituisce un «incontro fraterno» per «avviare un ascolto sincero di tutti e di ciascuno» al fine di «dare voce allo Spirito che parla attraverso le esperienze che ognuno compie e le intuizioni che ognuno coglie».
Abbiamo incontrato il vicario per la pastorale don Giuseppe Agrò.
Don Giuseppe su cosa verte il confronto delle assemblee di questi giorni?
Il confronto assembleare di questi giorni verte su una “Proposta congiunta” che l’arcivescovo, su suggerimento del consiglio presbiterale, ha richiesto ai tre dipartimenti della Curia (Pastorale, Ministerialità e Amministrazione) per concentrare gli impegni degli operatori pastorali, evitando sovraccarichi, e soprattutto per favorire la sinergia delle diverse componenti ecclesiali e orientarle verso un impegno di pastorale “integrata”.

Che cosa sta chiedendo l’arcivescovo, card. Francesco Montenegro, alla nostra Chiesa?
Lo sforzo che il Pastore della Chiesa agrigentina sta chiedendo a tutti – a partire dal presbiterio – attraverso questa “Proposta congiunta” e in linea con il Giubileo straordinario che si aprirà nel dicembre prossimo è «un atto di misericordia», che deve cominciare ripensando «l’identità delle parrocchie e degli operatori pastorali, per un progetto di Chiesa al passo con i tempi, in piena fedeltà a Dio e all’uomo».

Il Dipartimento pastorale, che lei coordina,  in tal senso ha formulato una proposta può illustrarcela?
La proposta dei Centri e degli uffici della Curia intende riproporre l’obiettivo generale del Piano Pastorale Diocesano per il biennio 2014-2016, che consiste in un impegno formativo per predisporre e accompagnare una “nuova tappa evangelizzatrice”, capace di rispondere alle esigenze dei nuovi scenari socio-culturali del nostro tempo e del nostro territorio. A partire dalle assemblee di clero in corso nelle zone dell’Arcidiocesi, si sta puntando su un maggiore e capillare coinvolgimento dei presbiteri e dei diaconi, sia nella verifica e nella programmazione della vita diocesana, sia nell’attuazione di un percorso formativo di carattere spirituale e pastorale che preceda e sostenga – motivandola e guidandola con le disposizioni e le competenze adeguate – la formazione degli altri operatori pastorali e delle comunità in ordine all’auspicato rinnovamento ecclesiale.

Nel concreto cosa prevede la proposta?
La proposta che si sta discutendo in questi giorni prevede, all’atto pratico, quattro incontri zonali di spiritualità e formazione, indirizzati in modo distinto e complementare ai presbiteri e diaconi e agli altri operatori pastorali, da svolgersi con il metodo laboratoriale per stimolare l’interesse e la creatività dei destinatari. Oggetto di questi incontri sarà un itinerario che, progressivamente, ci aiuterà a ripensare: la presenza della comunità ecclesiale nel territorio; il volto delle parrocchie in un mondo in continua evoluzione; l’identità degli operatori pastorali di fronte alle nuove sfide; il rapporto con le cose per l’assunzione di nuovi stili di vita.

Dopo le assemblee zonali quali saranno le prossime tappe?
Entro la fine di settembre, dopo la consultazione dell’intero presbiterio, la “Proposta congiunta” sarà nuovamente sottoposta agli organismi diocesani di partecipazione (Consiglio pastorale, Consiglio presbiterale e Consulta delle aggregazioni laicali) per gli opportuni emendamenti e diventerà operativa per il rilancio del Piano Pastorale Diocesano nel secondo anno del biennio in corso.

CP