Testimonianze del MUDIA al Museo della Fiducia e del Dialogo nel Mediterraneo di Lampedusa e a Cracovia

Tre opere del patrimonio artistico dell’Arcidiocesi di Agrigento saranno protagoniste in due mostre accanto ad opere di fama internazionale.

L’ “altarolo dei crociati” e l’epigrafe araba del 997 verranno esposte a Lampedusa nel nascente “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo” .  Varcherà i confini nazionali l’icona di Burgio del XVI sec. venerata con il titolo di “Madre della consolazione”  che sarà in mostra a Cracovia nel Museo Nazionale in occasione della prossima Giornata Modiale dei Giovani che si tiene nella città polacca.
Tra i capolavori dell’arte europea che animeranno la mostra “Maria mater Misericordiae”, organizzata dal Museo Nazionale di Cracovia, il museo più grande della Polonia, dal 26 giugno al 31 luglio, sarà esposta la pregevole Icona raffigurante la Madonna della Consolazione di scuola siculo cretese del secolo XVI secolo custodita presso la Chiesa Madre di Burgio. La città di Cracovia sarà impegnata nei prossimi mesi nella celebrazione della Giornata mondiale della gioventù voluta da Papa Giovanni Paolo II, che accoglierà giovani pellegrini da tutto il mondo. A corredo della manifestazione, la grande mostra mariana Maria mater Misericordiae.
Accanto all’iconografia della Madonna della Misericordia saranno in mostra altre rappresentazioni della Vergine Maria sotto titolo diversi. Ampio spazio sarà dato alle icone orientali, bizantine e slave entro cui si inserisce l’icona di Burgio del secolo XVII, venerata col titolo di “Madre della Consolazione” che rispetta l’usuale iconografia Madre di Dio – Odighitria, Colei che indica la via: Gesù. Una rara iconografia mariana elaborata a Creta nella seconda metà del XV secolo per una committenza latino-cattolica. La tavola, non firmata, appartiene alla cultura artistica della scuola siculo-cretese. La sua presenza a Burgio potrebbe legarsi al rito greco-ortodosso che, divulgato dall’Albania, dal 1448 si diffuse tra i comuni di Contessa Antellina e Palazzo Adriano, piccoli centri palermitani, che fino al 1844 facevano parte della diocesi di Agrigento. La tavola presenta il modus pingendi, di uno degli esponenti della scuola siculo-cretese tanto diffuso tra le comunità albanesi dell’Isola, l’iconografo Joannikios Hieromonaco. La selezione delle opere è stata realizzata da un esclusivo comitato scientifico, istituito per l’occasione, composto, sotto la presidenza di Giovanni Morello (Storico dell’arte e Presidente dell’Artifex).

Due testimonianze medievali tra le più rappresentative del patrimonio storico-artistico dell’Arcidiocesi di Agrigento: l’Epigrafe araba del 997 d.C, custodita presso la Cattedrale, e l’Altarolo portatile del secolo XII-XIII di maestranze itineranti limosine, custodito presso il Museo Diocesano, saranno, invece in mostra a Lampedusa dal 3 giugno al 3 ottobre, in occasione della mostra d’arte “Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo” che è stata inaugurata il 3 giugno u.s. dal presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.  La mostra allestita presso il Museo storico e archeologico delle isole Pelagie, nata su iniziativa del Comune di Lampedusa, è patrocinata dalla Presidenza della Repubblica Italiana, grazie al sostegno del comitato 3 ottobre, del Mibact e alla partecipazione del Ministero degli Esteri, della Regione Siciliana e delle Forze dell’Ordine.
Le opere agrigentine sono state scelte insieme alle opere provenienti da diversi istituti culturali, sia italiani che stranieri tra cui: la Galleria degli Uffizi, il Museo del Bardo di Tunisi, la Fondazione Musei Civici di Venezia, il Museo Storico della marina Militare di Venezia e dal Mucem di Marsiglia. L’esposizione vuole sollevare, responsabilmente il tema della Fiducia nelle radici comuni della nostra identità plurale di popolo mediterraneo. Il tema complessivo del progetto, curato da Giacinto Palladio e Alessandro di Lisi, sostenuto dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, è quello dei confini da superare geograficamente, politicamente, culturalmente, dell’attraversamento di ogni confine, reale e metafisico. Questo divenire, spesso tormentato, trova nella creazione artistica il suo apice, e nell’opera d’arte la sintesi della vittoria sullo spazio, sulla lingua, sull’appartenenza e sul tempo. In questo contesto, ben si inserisce l’iscrizione agrigentina trovata a Linosa, che riporta la data 994 d.C (364 dell’Egira) e storicizza l’approdo del musulmano Hasan, figlio di Alì, figlio di Giovanni siciliano presso il territorio di Linosa. Il musulmano Hasan sentì il desiderio di lasciare inciso su un frammento di creta, il suo approdo nell’isola, gesto inteso verosimilmente come “marcatura” di un possedimento che poteva rivendicare in quel momento.
Ancora più ricca di implicazioni la presenza dell’Altarolo portatile medievale definito “l’Altarolo dei Crociati”, segno inscindibile di un Cristianesimo itinerante, che chiedeva accoglienza e che oggi è chiamato ad accogliere; emblema del dialogo interculturale religioso.
Ciascuna opera selezionata è legata all’altra per il valore sociale e intrinseco, perché strumento per orientarsi, per pregare, per riconoscere e per riflettere.
La mostra è un omaggio alla nostra comunità, un esortazione a trovare Insieme le giuste soluzioni politiche per un nuovo modello culturale basato sull’identità plurale e sulla responsabilità sociale di tutti.

LdP

Icona BurgioL’icona di Burgio del secolo XVII, venerata col titolo di “Madre della Consolazione”

imageAPPRODO HASAN FIGLIO DI ALI, FIGLIO DI GIOVANNI SICILIANO, NELL ISOLA COLLA SUA NAVE, (NEL MESE DI) SAFARI DELL ANNO TRECENTO SESSNTAQUATTRO ( OTT. NOV. 994) Traduzione dell Epigrafe

imageAltarolo portatile del secolo XII-XIII