Formazione clero: elementi per uno sguardo interiore e pastorale

Giovanni Paolo II, in un passaggio dell’esortazione apostolica Pastores dabo vobis (n.73), affermava: “L’obiettivo irrinunciabile della formazione permanente è far sì che il prete sia un credente e lo diventi sempre di più: che si veda sempre nella sua verità con gli occhi di Cristo”.

È stata proprio questa l’esperienza proposta dal Dipartimento per la ministerialità ai presbiteri e ai diaconi della nostra Chiesa Agrigentina e vissuta a Licata, in due turni distinti di formazione, dal 4 all’8 aprile scorsi. Uno sguardo interiore, spirituale e pastorale, per essere destinatari di misericordia prima ancora di esserne ministri.

Il percorso è stato avviato con una riflessione biblico-cristologica proposta da don Francesco Vaccaro Notte, dal titolo “Dal Pietro ferito al Pietro guarito”. La dott.ssa Alfonsa Russo (nella foto), psicologa e psicoterapeuta, ha trattato il tema: “Le ferite del sacerdote”. Dobbiamo fare i conti con le ferite che ci sono state procurate, e anche con quelle che noi stessi abbiamo procurato, per cui spesso si finisce con un pilatesco “meglio non parlarne”, così da non caricarsi di altre frustrazioni. Le riflessioni proposte durante il corso, però, hanno dimostrato che un tale modo di pensare non stimola processi di guarigione ma favorisce soltanto forme di isolamento che appesantiscono il ministero e la comunione all’interno del presbiterio. Per questo è necessario riattivare rapporti sani e di supporto e curare la paternità spirituale. Quest’ultimo argomento è stato affrontato da don Giuseppe Matraxia.

Oltre alla formazione e al confronto non sono mancati momenti di fraternità e di condivisione. Nel programma anche una escursione per potere ammirare la bellezza del centro storico e delle chiese di Butera.

La formazione permanente serve a ricordarmi continuamente che non sono prete per me. Il prete è per gli altri e non si appartiene. La formazione permanente, quindi, è un atto di responsabilità nei confronti della comunità cristiana: è indispensabile, per potere garantire alla porzione di popolo di Dio che ci è affidata quella continua alimentazione senza la quale la comunità rischierebbe di morire di inedia. Ma come si possono nutrire gli altri senza alimentarsi?

Leo Argento