Sciacca ricorda il 25° della collocazione della Statua della Madonna al Porto

La comunità ecclesiale di Sciacca ha vissuto ieri, 11 agosto 2021, un evento importante: il 25° anniversario della collocazione della Statua della Madonna del Soccorso al Porto avvenuta l’11 agosto del 1996. L’arcivescovo mons. Alessandro Damiano, ha presieduto la celebrazione eucaristica con la presenza dei presbiteri, delle Auorità civili e militari e la grande Assemblea del popolo di Dio.

A volere la realizzazione dell’opera fu l’arciprete Andrea Falanga. La sua arcipretura è stata connotata e votata alla bellezza della Chiesa e alla devozione alla Madonna, volle fortemente la realizzazione e collocazione al Porto della statua della Madonna del Soccorso, dopo che egli stesso già  alcuni anni prima si era molto prodigato perché la Chiesa Madre venisse proclamata Basilica minore, desiderio concretizzatosi l’8 maggio 1992. Ricordiamo per la storia che la Matrice già con l’arciprete Calogero Cusumano il 31 genaio1946 per decreto dell’arcivescovo mons. Giovanni Battista Peruzzo, era stata elevata a Santuario mariano,

A distanza di 25 anni,  “si è voluto celebrare questa festa – dice l’arciprete Giuseppe Marciante –  come segno per una ripartenza sociale e religiosa dopo la triste esperienza della pandemia provocata dal Covid-19, pertanto – continua –  ho  sensibilizzato una rappresentanza del gruppo promotore che nel 1996  affiancò e sostenne l’Arciprete Falanga, gli organismi parrocchiali, il Sindaco,  dott.ssa Francesca Valenti, l’Amministrazione comunale e le Cooperative, quella dei “Pescatori” che da poco ha festeggiato i Cento anni della sua costituzione, la Cooperativa “Madonna del Soccorso”, e la nuova Cooperativa pescatori San Paolo Consulti S.R.L. presieduta da Gaspare Sclafani”

L’11 Agosto 1996: è rimasto veramente memorabile nella storia della città di Sciacca e della Chiesa Madre per la solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Carmelo Ferraro e la benedizione  della Statua della Madonna del Soccorso collocata nella Torretta esistente nel vecchio molo di Levante del Porto di Sciacca. La comunità saccense, allora, ha accolto festosamente il simulacro della Madonna del Soccorso per cui dal 1996, oltre ad essere venerata in Chiesa Madre, viene anche venerata al Porto e principalmente dai marinai, uscendo  per il quotidiano lavoro della pesca e anche da turisti  che provenienti da ogni parte  fanno visita alla zona portuale  dove troneggia la Statua.

“Dopo 25 anni – continua padre Marciante – è bello ricordare il desiderio, lo zelo che spinse l’arciprete Falanga, con il quale negli anni 1974/76 ho iniziato il mio cammino sacerdotale con le funzioni di vice-parroco, e anche rivivere la gioia dei pescatori e dei cittadini di Sciacca che con l’interessamentodella Associazione Lions Club, rappresentata dal presidente pro-tempore prof. Nicolò Lombardo insieme al progettista l’architetto Giorgio Lorefice, hanno realizzato questo segno di fede. Dalle notizie trovate nell’Archivio parrocchiale – ci dice don Marciante – , la statua in marmo di Carrara è stata scolpita ad immagine e somiglianza della esistente Madonna, alta mt. 1,80 circa, compresa una base liscia sempre in marmo bianco di Carrara dell’altezza di cm 80 circa, e pesa Kg 850. Riporto la lettera di invito che a suo tempo, l’arciprete Falanga ha fatto pervenire il 30 giugno 1996, lui che era aiutato dal carisma e dalla sua naturale affabilità a tanti amici e fedeli di Sciacca e non, per sensibilizzarli alla partecipazione anche con eventuali contributi: “Carissimo giorno 11 agosto c.a. sarà collocata alla punta del molo di levante la statua della Madonna del Soccorso, Patrona della Città di Sciacca. La statua che è collocata sull’altare maggiore della Chiesa Madre, venne scolpita nel 1503, con il contributo di tutti I fedeli. Come i nostri padri hanno saputo e voluto manifestare la loro fede attraverso manifestazioni grandiose, basta solo ricordare la festa del VOTO e la la processione del 2 febbraio, così anche oggi, eredi di quella fede, abbiamo l’opportunità di dare una nuova testimonianza del nostro filiale amore alla Vergine del Soccorso, intervenendo col nostro sacrificio personale, contribuendo alle spese per la scultura e collocazione della Madonna al Porto. Il costo della Statua è di circa 55.000.000 di Lire, oltre il piedistallo ed altre spese per la collocazione… La Vergine del Soccorso, colmi di grazie e di benedizione te, la tua famiglia e quanti ti sono cari. Cordialità. L’arciprete “Sac. Falanga Andrea”

Mons. Alessandro Damiano e l’arciprete Marciante al porto di Sciacca

È stato un grande evento cittadino e non solo, con la presenza delle autorità ecclesiastiche, politiche, militari e le delegazioni dei club americani di New York, Boston e Norristown. È bene anche aggiungere – continua l’Arciprete Marciante –  che, da quel tempo sino ad oggi, gli arcipreti successivi mons. Alfonso Tortorici e poi don Carmelo Lo Bue negli anni del loro ministero svolto in Chiesa Madre, oltre ad incrementare il culto alla Madonna, hanno mantenuto e curato la tradizionale processione al Porto nel contesto della quindicina della festa della Madonna del Soccorso. Don Alfonso Tortorci in particolare negli anni 2003/2007, riprendendo il progetto iniziale, si è prodigato nel completamento dei  lavori al monumento della Madonna dove tanti devoti ogni giorno vanno a pregare ed invocare aiuto alla Vergine Maria”. Don Giuseppe, inoltre,  ci confida un ricordo personale: “negli anni  2003/2012 io mi trovavo come parroco nella Parrocchia San Pietro alla Marina, ed era confortante per me ogni mattina aprendo il portone della Chiesa guardare la statua della Madonna, che solo un breve tratto di mare la separa dalla chiesa, ed affidarmi alla Madonna e non vi nascondo che spesse volte nella tarda serata mi recavo lì per recitare il  Rosario”.

La data dell’11 agosto viene ricordata ogni anno con il gesto semplice della processione dei fedeli devoti che guidati dai Parroci e, dai gruppi parrocchiali, in particolare dalle Figlie di Maria, Associazione voluta da Padre Falanga, dalla Chiesa Madre vengono al Porto per la celebrazione della santa Messa. Non si può restare indifferenti alla costanza di questa esperienza di fede, che insieme alla processione del Voto del primo febbraio co l’Ottavario, la quindicina di agosto  con le rispettive processioni con la vara della Madonna del Soccorso per le vie principali della città, e inoltre vedendo la folla dei fedeli che attendono il loro turno in preghiera, in quella lunga fila per venerare e toccare il simulacro della Madonna !! È la purezza della devozione che dà testimonianza alla fede profonda, familiare per la Vergine Maria. Quest’anno purtroppo, le misure sanitarie, indispensabile strumento per contrastare la diffusione della pandemia, non hanno permesso di compiere quei gesti, almeno nella sua forma tradizionale. Il contatto con la Madonna è stato dato comunque attraverso la partecipazione all’Eucaristia, la preghiera del Santo Rosario e le opere di carità. A causa della pandemia, il contatto fisico con il Simulacro, potremmo definirlo un “bacio virtuale” e certamente lo è stato perchè impresso a distanza. Ma un bacio concretissimo che ha dato, ancor più del solito, la dimensione dell’amore per la Madonna, della cui intercessione abbiamo quanto mai bisogno in questi tempi difficili, nel guado di una crisi sanitaria dalla quale è scaturita un’inevitabile crisi economica.

“Le privazioni – continua don Marciante –  in questi anni (2020-2021)  sono state davvero tante: basta pensare alle mancate processioni del Corpus Domini,  del 2 febbraio e del 15 agosto. Oltre a ciò, la pandemia, purtroppo, ci ha portato via tante persone care!!!. L’emergenza sanitaria, ha provocato una crisi economica e sociale, riempiendo di ostacoli le vite di tanti di noi. Ma la nostra fede è stata sempre più forte. Siamo certi che, anche dopo la notte più oscura, sorgerà di nuovo il sole”.

Lo speciale del XXV. In occasione dell’evento è stato stampato un numero speciale, don Giuseppe Marciante ha chiesto  a chi nel 1996 è stato presente all’evento e ad altri di oggi, quali sono le esperienze, i ricordi,  i sentimenti e testimonianze ed il valore sociale, culturale che si possono trasmettere alle nuove generazioni,  guardando il simulacro della Madonna del Soccorso al porto.

  • Mons. Damiano: “possiamo imparare da Lei a venirci in aiuto gli uni degli altri”
La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Damiano

Tra i tanti contributi nell’opuscolo anche quello di mons. Alessandro Damiano che scrive: “Le ricorrenze significative degli eventi importanti della nostra storia hanno un fortissimo potere evocativo e propulsivo: risvegliando in noi i sentimenti con cui li abbiamo vissuti, ci riportano indietro nel tempo e, insieme, ci proiettano in avanti. Per un verso, ci aiutano a coltivare la memoria, perché mantengono vivo il ricordo di ciò che — all’inizio o in un punto preciso della crescita — ha generato il nostro presente. Per un altro verso, ci aiutano a risvegliare il desiderio, perché ridanno a ogni tappa il senso e la vitalità delle origini e dei rilanci, generando sempre nuovi sviluppi. Non potremmo vivere senza memoria e senza desiderio, né come individui né come popolo, perché la nostra stessa identità personale e collettiva si colloca tra questi due estremi: il passato, che ci ha resi quelli che siamo, e il futuro, che fa di noi ciò che dobbiamo diventare. Per questo, soprattutto quando il presente si carica di incertezze e di paure e quando se ne presenta la possibilità, sentiamo il bisogno di celebrazioni giubilari, capaci di riportarci tra quei due estremi, che altrimenti rischiano di sfuggirci.

Il venticinquesimo anniversario della collocazione della Madonna del Soccorso al porto di Sciacca – scrive l’Arcivescovo –  rientra a pieno titolo in questa prospettiva. Ricorda la volontà della comunità saccense di riprodurre la preziosa immagine della Vergine venerata nella Basilica per darle una maggiore visibilità ed evidenza, ponendola in uno dei suoi luoghi più significativi: il suo mare, fonte di bellezza paesaggistica, di ricchezza lavorativa e di attrazione turistica. Ma quella traslazione – continua mons. Damiano – ne richiama un’altra, ancora più importante: quella avvenuta pressappoco quattro secoli fa, quando la Madonna del Soccorso è stata solennemente trasportata da S. Agostino in Chiesa Madre, per diventare patrona ed emblema della città di Sciacca. Dietro queste traslazioni, rievocate dalla felice ricorrenza dell’evento giubilare dell’11 agosto, troviamo l’espressione della fiducia incondizionata che il nostro popolo ha sempre riposto in Dio, origine della vita e della provvidenza, e in Maria Santissima, mediatrice della sua grazia e della sua benedizione. Attraverso la sua intercessione, non chiediamo al Signore soltanto un aiuto nelle difficoltà, che potremmo trovare anche ricorrendo ad altri. Gli chiediamo il soccorso, che è molto di più di un semplice aiuto: è la capacità, che in nessun altro potremmo trovare, di sollevarci dai pericoli e dalle necessità, portandoci al riparo e facendoci sentire al sicuro.

Di questo slancio – conclude mons. Damiano – , che in passato ha motivato le traslazioni della Madonna del Soccorso da S. Agostino alla Chiesa Madre e dalla Chiesa Madre al porto, oggi più che mai abbiamo bisogno di riappropriarci. Come un tempo — afflitti dalla peste — abbiamo gridato al Signore attraverso l’intercessione potente di Maria e siamo stati liberati, così oggi — piagati dalla pandemia e dalle sue ricadute in tutti gli ambiti dell’esistenza individuale e sociale — possiamo ritornare a Lui per ritrovare il senso della nostra vita, al di là delle nostre aspettative e delle nostre illusioni. E come un tempo — per sentire Maria ancora più vicina — l’abbiamo posta a baluardo della nostra città, così oggi — ricordandone il venticinquesimo anniversario — possiamo imparare da Lei a venirci in aiuto gli uni degli altri, perché solo così il soccorso di Dio può arrivare a ogni uomo: a chi nel mare, su cui la sua effigie si affaccia, vede una semplice occasione di svago, a chi vi cerca una valida opportunità di lavoro e a chi vi ripone una nuova e forse ultima ragione di vita”.

Targa apposta in ricordo del XXV