San Giovanni in Laterano, don Baldo consacrato vescovo

Mercoledì 29 giugno 2022, festa dei santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, nella basilica San Giovanni in Laterano, alle ore 17.30, sono stati ordinati i tre nuovi vescovi ausiliari per la diocesi di Roma, nominati da Papa Francesco il 27 maggio scorso (vedi), tra essi don Baldo Reina, già Rettore del nostro Seminario Arcivescovile.

A presiedere il rito di ordinazione il cardinale vicario, Angelo De Donatis. Conconsacranti sono stati il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, e il cardinale Francesco Montenegro. Presenti in Basilica anche l’Arcivescovo, mons. Alessandro Damiano, il vicario generale don Giuseppe Cumbo, una rappresentanza di presbiteri e diaconi dell’Arcidiocesi di Agrigento, gli studenti del nostro Seminario, che hanno curato il servizio liturgico, ed una nutrita rappresentanza di agrigentini soprattutto delle comunità di San Giovanni Gemini e Cammarata che,  unitamente ad tanti amici e parenti, hanno fatto corona attorno a don Baldo. Suggestivo il rito. Dopo la liturgia della Parola ha avuto inizio la liturgia dell’Ordinazione con l’invocazione dello Spirito Santo;  si è tenuta poi la presentazione degli eletti con la richiesta al cardinale Presidente che venissero  ordinati vescovi. “Avete il mandato del Papa?” ha chiesto il cardinale ed avendo avuto risposta affermativa ha chiesto che si desse lettura del mandato pontificio.

il cardinale vicario, Angelo De Donatis

Dopo  il card. De Donatis, ha tenuto l’omelia, nella quale ha voluto consegnare tre parole chiave ai tre nuovi vescovi ausiliari della diocesi di Roma. «Tre nostri fratelli, Riccardo, Daniele e Baldassare (Baldo) – ha esordito il cardinale vicario  – verranno consacrati per l’ordine dell’Episcopato. E lo saranno oggi nella solennità degli apostoli Pietro e Paolo, le colonne della nostra chiesa diocesana. Noi cristiani di Roma siamo figli della loro testimonianza e della loro santità. A voi, nuovi vescovi ausiliari, il privilegio di tenere viva questa irradiazione che attraversa la storia». Quindi le tre parole consegnate ai nuovi vescovi: Gioia, Governo e Presbiterio.

La gioia cristiana è «il grande tesoro del credente, che segna la differenza tra le soddisfazioni umane e la festa del regno dei cieli. È una conseguenza della pace che il Risorto dona ai discepoli; è il sorriso del Padre che glorifica il suo Figlio unigenito ponendolo alla sua destra; è la danza degli angeli in cielo per un solo peccatore che si converte. La gioia, ha detto non è figlia della fortuna o frutto dello sgomitare per raggiungere una buona poltrona, ma un dono divino; siamo nella gioia se ci accorgiamo della gioia di Dio».

Ancora, il governo, un «carisma» e un «dono» a cui non sottrarsi e di cui non si può abbusare. Ma cosa vuol dire doversare?«Nel linguaggio evangelico governare è ‘pascere’», ma indica anche «far crescere, nutrire, condurre… Si governa annunciando il vangelo». Il vescovo, ha spiegato il cardinale De Donatis, «edifica la Chiesa valorizzando dal basso, perfezionando quel che il popolo santo offre al Padre».

Infine, presbiterio, la parola «che deve esservi più cara della vita». Il principale ministero del vescovo è la pastorale del clero. «Il benessere del prete – ha detto – è anche una vostra responsabilità… è importante custodire un clima fraterno, schietto, sincero». I preti – ha proseguito – «non sono dei soldatini, ma un aiuto alla vostra debolezza; come i popolo plasma i preti e i diaconi, così il presbiteri plasma i vescovi». Ai tre nuovi vescovi, il cardinale offre un consiglio: «Apprezzate e valorizzate il bene che troverete, e ce n’è tanto. Siate grati per il dono di tanti preti che da anni tutti i giorni – senza balzare all’onore delle cronache – rappresentano il volto prossimo della Chiesa nei quartieri di Roma. Non date retta alle voci, ai pronostici, ai ‘mi sembra’, ai ‘forse’ o ai ‘mah’. Guardate i preti negli occhi e date risposte da adulti!».(cfr.www.diocesidiroma.it)

Al termine dell’omelia, gli ordinandi hanno assunto pubblicamente gli impegni della missione episcopale. Rispondendo – stando diritti in piedi davanti al Presidente che li interrogava  hanno risposto “Si lo voglio”: predicare il Vangelo e custodire la fede cristiana; edificare la comunità in comunione con la Chiesa e prestare obbedienza al successore di Pietro; essere sempre accogliente verso tutti e pregare per il popolo di Dio. Accolti gli impegni, il cardinale Presidente ha poi, invitato i presenti alla preghiera “perché Dio conceda a questi nuovi eletti la ricchezza della sua grazia per il bene della Chiesa”. Quindi essi si sono prostrati  a terra, mentre l’assemblea invocava, con il canto della litania, l’intercessione dei Santi, tra i quali e risuonato, forse per la prima volta nella Basilica papale, anche il nome del nostro patrono san Gerlando. È seguita l’imposizione delle mani e la preghiera di Ordinazione. È stato imposto il libro dei Vangeli aperto sul capo degl’ordinandi di cui devono essere servi nell’annunciare fedelmente la Parola. A significare quanto è avvenuto con l’imposizione delle mani e con la preghiera il celebrante ha unto col sacro Crisma il capo del nuovi Vescovi e ha loro consegnato  il libro dei Vangeli, l’anello, la mitra e il pastorale.

Ricevute le insegne episcopali accompagnate da parole che dicono la missione del vescovo, i vescovi, Baldo, Riccardo, Daniele – entrati a far parte del Collegio Episcopale – sono stati invitati dal cardinale Consacrante a prendere posto sul seggio a loro riservato. Successivamente l’abbraccio di pace tra il nuovi vescovi e i tanti confratelli, presenti in Basilica, ha manifestato l’unità del collegio episcopale, prolungamento dell’unità del collegio degli apostoli.  Prima della benedizione finale i tre vescovi ausiliari hanno preso la parola per il saluto e il ringraziamento finale al Santo Padre, a quanti erano presenti in Basilica  e ai tanti altri che hanno seguito il rito  tramite Tele Pace e la pagina Facebook della diocesi di Roma.

Nel suo saluto don Baldo ha detto di essere grato al Signore per quello che ha operato nella sua vita; “il Signore  fa miracoli, prende i più poveri e ne fa segno della sua grandezza”. Non è mancato a il ringraziamento alla Chiesa  agrigentina che lo “ha generato alla fede”, ai tanti amici presenti, ai seminaristi di Agrigento… “Ringrazio la Chiesa di Roma – ha proseguito –  che ho iniziato ad amare a partire dal 27 maggio; ringrazio il Santo Padre perché mi chiesto di svolgere questo servizio”. Un ringraziamento del tutto particolare,  interrotto dalla commozione e da un prolungato applauso, don Baldo lo ha riservato alla famiglia, in modo particolare per il padre,  in cielo da tre anni; “ mi ha insegnato tanto – ha detto- che la vita va affrontata con coraggio senza mai abbattersi, senza mai fermarsi”. A tutti e a ciascuno, ha chiesto una preghiera “perché nella mia povertà – ha proseguito –  il Signore sappia farvi arrivare una sua carezza, se ha voluto per queste vie, così misteriose e strane, portarmi fino a qui. Chiedo – ha concluso – che attraverso il mio ministero giunga A tutti voi la bellezza della sua misericordia. Pregate per me!