Ricordando padre Vecchio (TOR) per 35 anni al Giglio di Sciacca

“Io sono soltanto un povero frate”. Così amava definirsi padre Vincenzo Vecchio frate francescano del Terzo Ordine Regolare, nato a Linguaglossa 93 anni fa, che ha camminato con gli uomini e le donne del suo tempo, testimoniando il vangelo sulle orme  del poverello di Assisi.
Un uomo, un fratello, un sacerdote, un padre per tanti, avverandosi anche per lui la promessa che Gesù fece a Pietro “chiunque ha lasciato casa o fratelli o sorelle, o campi, riceverà cento volte tanto insieme a persecuzioni”.
Padre Vincenzo alla tenera età di 11 anni, lasciava la famiglia e faceva il suo ingresso nel Convento di Calvaruso (ME), luogo che gli rimarrà caro per tutta la vita, per la testimonianza ricevuta e per l’amore che ha imparato ad avere verso il Signore, l’Ecce Homo che lì si contempla  nel momento in cui il suo immenso amore tocca il paradosso della passione sofferta per l’umanità.
L’obbedienza  alla volontà del Signore, che imparò a fare gradualmente ma con fermezza e fedeltà, ha fatto si che i passi del suo peregrinare siano stati benedetti da copiosi frutti spirituali. Confessore e direttore spirituale di molte persone, tra cui molte consacrate negli Istituti religiosi,  maestro dei novizi per moltissimi anni ha formato generazioni di frati alla scuola del Vangelo, più con la propria testimonianza gioisa e perseverante che con l’insegnamento. La gente dovunque sia stato lo ricorda ancora a distanza di molto tempo per la sua fede autentica e spiritualità  profonda, punto di riferimento per generazioni.
Nella fraternità del Terzo Ordine Regolare ha esercitato diversi ministeri, tra cui quello di Ministro Provinciale, definitore e segretario.  Ha lavorato anche nella commissione internazionale  per la revisione delle Costituzioni dell’Ordine voluta dal Concilio.
E’ stato a Napoli, a Messina, a Calvaruso, ed infine negli ultimi trentacinque anni nella chiesa di Santa Maria del Giglio in Sciacca. Fu proprio Lei, mi confidò un giorno,  a volerlo nella chiesa a Lei dedicata per diffondere e ravvivare la devozione e l’amore verso la mamma celeste.
In tanti modi, ma soprattutto con la sua semplicità ha espresso il suo affetto verso Maria, chiamandola ed invocandola, aiutando gli altri a conoscerla, ad averla come Stella del cammino che guida a quell’incontro meraviglioso con il Signore.
Insieme con la fraternità conventuale di Santa Maria del Giglio ha condiviso, le gioie e le fatiche  pastorali per diffondere il regno di Dio, dimostrando in particolare vicinanza verso gli ultimi, i poveri e i sofferenti che andava a visitare personalmente. Da molti anni Padre Vincenzo, con i confratelli che si sono fatti custodi di una devozione particolare verso i fratelli defunti, la cosiddetta ‘Pia Unione per il suffragio perpetuo’; un’opera di misericordia spirituale esercitata da quasi cento anni, attraverso la quale, la fraternità locale si impegna a pregare ogni giorno nella celebrazione Eucaristica per i cari defunti.
La mattina del 10 ottobre, uno dei sabati dedicati alla devozione dell’Immacolata, nel silenzio del convento, si univa l’anima del nostro caro fratello e padre, alla Lode perenne del cielo.
La folla dei fedeli, i numerosi sacerdoti, i confratelli e le religiose, che, commossi nella speranza che non delude,  hanno voluto dare l’estremo saluto al Padre Vecchio nel giorno delle esequie hanno  voluto rappresentare semplicemente una piccola parte di quel tesoro inestimabile di grande valore che il povero frate francescano ha ereditato vendendo tutto quello che aveva e mettendosi alla sequela di Cristo e del Vangelo.

Giuseppe Gullì