Presentata l’enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco

 

Nel quadro della celebrazione della X Giornata per la Custodia del Creato il Centro per la Carità ed il Centro per la Cultura e la Comunicazione del Dipartimento Pastorale della nostra Arcidiocesi, in collaborazione con la Fondazione MondoAltro, il Movimento Cristiano Lavoratori, l’Azione Cattolica Diocesana e il nostro settimanale il primo settembre scorso hanno promosso un’iniziativa di grande intensità divulgativa, articolata in due momenti congiunti di conoscenza e confronto del testo del Santo Padre Laudato si’.

Il titolo della manifestazione, “Laudato si’… dal basso della terra”. Ospiti della Casa comune a confronto sull’enciclica di Papa Francesco, ha dato il tono, e per certi versi ha costituito lo sfondo ideale, agli interventi dei relatori, moderati dal direttore della Caritas diocesana Valerio Landri.
Di estrema chiarezza la sintesi dei sei capitoli del documento presentata da don Baldo Reina, rettore del nostro Seminario che, di fatto, ha così invitato ad una lettura personale attenta e non di facile consumo del documento. Nella seconda parte del suo intervento ha proposto una lettura teologico-sapienziale dell’enciclica, sottolineando il principio della connessione e la fondazione della speranza operosa nell’Oltre e nell’Altrove che viene da Dio. La chiusura della relazione è stata affidata ad una preghiera composta da don Reina per l’occasione, nella quale il presbitero agrigentino coglie e accoglie l’invito di Papa Francesco a recuperare uno sguardo contemplativo e sviluppare una robusta spiritualità ecologica.
A Giuseppe Notarstefano, direttore dell’Ufficio dei problemi sociali e del lavoro dell’arcidiocesi di Palermo, gli organizzatori hanno chiesto di mettere a tema dal suo campo di pertinenza il paradigma della custodia. Molte le suggestioni colte dallo studioso nel testo petrino: “il mondo non è un «problema da risolvere»”, per poi passare alla non rinviabile «coraggiosa rivoluzione culturale», riconoscendo con il prof. Zamagni che, se è vero che l’economia è la scienza degli strumenti essa non può e non deve eludere i fini, perciò è necessario rinvenire e sperimentare nuovi modelli che non facciano della massimizzazione dei profitti il loro feticcio, ma sappiano promuovere inedite modalità di fare impresa, il cui centro sia la dignità dell’uomo e del suo lavoro. Puntuale l’esegesi del numero 67 del testo laddove, con cinque verbi: proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare, Papa Francesco descrive il senso della custodia all’insegna della relazionalità reciproca tra essere umano e natura.
A don Palmiro Prisutto, arciprete di Augusta, è stata chiesta una testimonianza di prima mano sì sullo scempio ambientale nel quadrilatero Augusta-Priolo-Gela-Siracusa ma, soprattutto, sull’esercizio cristiano di una cittadinanza attiva e responsabile, capace di guardare il male fin nelle sue radici, di smascherarlo attraverso la denuncia profetica fatta non solo da inchieste documentate, ma di gesti provocatori e azioni di solidarietà, come quella di ricordare il nome delle vittime di cancro a causa da inquinamento ambientale, esponenzialmente aumentate negli anni.
Sullo scarto quale cultura e sugli scarti quali risorsa si è soffermato Gero La Rocca. Il giovane imprenditore agrigentino tra l’altro ha voluto sottolineare come spesso si sia disattesa o snobbata la sapienza pratica dei lavoratori della terra o degli operatori ecologici i quali, consultati, hanno finito per suggerire allo stesso imprenditore supplementi di soluzioni per il miglioramento e il potenziamento dell’attività intrapresa.

Ad arricchire ulteriormente questa prima parte dell’intensa serata l’intervento del nostro arcivescovo. card. Montenegro, ribadendo che il quadro nel quale va inscritto questo intervento del magistero pontificio è quello della dottrina sociale della Chiesa, ha sottolineato come Papa Francesco abbia saputo unire il grido dei poveri al grido della terra, aspetto che Alex Zanotelli ha ritenuto, nel commentare la Laudato si’, notevolmente originale e impressionante. Il Papa, ha detto l’arcivescovo, si pone sulla frontiera della liberazione dei poveri e lancia un monito perché i più ricchi della terra non facciano ricadere il debito ecologico contratto in questi duecento anni sulle spalle dei più poveri. L’auspicio del Vescovo è che la lettura dell’enciclica, nonostante la scorrevole piacevolezza del testo, sia scomoda, perché graffi le coscienze e muova i cuori.
Il secondo momento della serata, in prosieguo con il primo, è consistito nella sottoscrizione, da parte dei dipendenti della Fondazione MondoAltro e di altri aderenti, ad un “Gruppo di Acquisto Solidale” e nella degustazione di prodotti biologici offerti da Enzo Sardo presidente del Movimento Cristiano Lavoratori.

Alfonso Cacciatore