Peregrinatio reliquia: i giovani grottesi si affidano a Livatino

Continua la peregrinatio della reliquia del beato Rosario Angelo Livatino per i comuni dell’Arcidiocesi. Dal 7 al 10 ottobre 2021 ad accogliere il reliquiario è stata la comunità di Grotte. La camicia insanguinata e forata dai colpi di proiettili è stata accolta, giovedì 7 ottobre, in Piazza Umberto I, dal clero locale e dalle autorità civili, nella persona del Sindaco Alfonso Provvidenza, e delle autorità militari, davanti il Palazzo Comunale e la Chiesa B.M.V. del Carmelo, nella quale è stata esposta alla pubblica venerazione dei fedeli con momenti di preghiera personale e comunitari. 
Il giorno successivo, in chiesa, sono stati accolti i ragazzi della scuola materna e quelli delle Media, questi ultimi hanno proposto una drammatizzazione mediante brani scelti, coordinati dal dirigente scolastico prof.ssa Uttilla. Nel pomeriggio la reliquia è stata accolta nella chiesa San Rocco, dove sono stati vissuti diversi momenti di preghiera sino al mattino successivo. Sabato 9 ottobre in occasione della peregrinatio, con la presenza delle autorità e di molti giovani sono stati benedetti i locali dell’Oratorio cittadino di via Confini, nei locali dell’ex scuola materna delle suore Ancelle Riparatrici. L’Oratorio è stato dedicato al giovane giudice ed i giovani insieme alla Comunità hanno tenuto l’atto di affidamento:
Il taglio del nastro

“Oh Beato Rosario Angelo Livatino, che fosti giovane giudice non tanto per la tua età, quanto per la purezza e per l’innocenza che hanno segnato la tua vita, siamo qui in questo luogo  – hanno detto – per compiere uno speciale atto di affidamento dei giovani di questo paese. Anche tu adolescente e giovane ti sei formato vivendo l’esperienza dell’oratorio, alimentando quei valori che hai abbracciato, di giustizia, di pace, di verità e di bene. Beato Livatino, a te oggi questi giovani guardano, ti assumano come modello, oggi affidiamo a te la strada della loro vita, fatta di sogni e di paure, di sfide e di incertezze, di fragilità e di speranza. Possano trovare in Cristo e in te come realtà possibile quella forza e quello spirito per rispondere alla propria vocazione, così come hai fatto tu. Possano attingere da te il coraggio per lasciarsi amare, l’audacia per amare a loro volta, la forza per restare anche in silenzio ma in piedi davanti a chi fa loro solo del male, la determinazione che attraversa la paura, la costanza per realizzare il bene, la pace per difendere la verità e quella umile grinta per combattere contro le ingiustizie, il malaffare, gli interessi, la mentalità incatenante della nostra terra, che non fa altro che offendere l’uomo prosciugandone la dignità. O Beato Livatino, i giovani che ti guardano siano inebriati dal desiderio della vera libertà, che porta a creare, a costruire, per il bene, in verità e nel rispetto di tutti e di ogni persona. Dicano un forte “no” al peccato e un chiaro “si” all’uomo, e lo facciano insieme. Non si scoraggino quando il male sembrerà schierarsi contro il giusto e l’innocente: tu ci ricordi che anche quando sembra essere solo, il giusto è sempre dalla parte della verità e della maggioranza, sempre ha dalla sua parte la schiera dei santi che vivono ancora e di cui anche tu fai parte. Infine, o beato giudice, imparino a giudicare se stessi con la sensibilità del discernimento, che li custodisce dai condizionamenti di questo tempo, sappiano con l’esperienza, questi giovani, a fare corpo, ad essere squadra vincente, dimostrino che è possibile gioire già per il solo fatto di appartenere a Cristo, senza vergogna ma con un mite vanto, seminando oggi, con una adeguata formazione, la luce che splenderà domani, mettendo in gioco, con gioia, l’ideale di radicalità già presente nei loro cuori. Come te, e con te, si lascino aiutare e sappiano fidarsi di colui che era il senso del tuo vivere: Gesù Cristo, da cui attingevi, con cui ti confrontavi, con cui facevi luce alla tua vita e alle tue giornate, e per il quale hai dato tutta la tua vita. Eccoli, sono sotto la tua tutela. Amen.”

Dall’oratorio di via Confine la reliquia è stata “scortata” sino alla Chiesa Madre, dove si è svolto un incontro – dibattito sulla figura, la statura morale e la santità di vita del giudice Livatino al quale sono intervenuti don Giuseppe Livatino e l’Avvocato Graziano. Domenica 10 in mattinata il reliquiario ha fatto tappa al palazzo comunale e alla stazione dei Carabinieri. Nel pomeriggio il direttore del Centro per l’Evangelizzazione, don Gero Manganello, custode della reliquia, dopo aver incontrato gli operatori pastorali che si dedicano alla famiglia, alla catechesi e ai giovani ha presieduto la celebrazione Eucaristica al termine della quale il direttore ha ringraziato tutti per la bella esperienza di fede vissuta.
Per il sindaco Alfonso Provvidenza la peregrinatio è stato un “momento di particolare gioia e commozione per la comunità cittadina… per tutti noi – ha detto – il Giudice Livatino è esempio di giustizia, legalità e coerenza, ma è anche un modello di santità ordinaria; la santità è un dono universale, offerto a tutti, dice il Papa, e tutti sono chiamati ad essere santi, ognuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Il Beato Livatino ha vissuto la propria vita con amore e ha offerto la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni quotidiane. Ha offerto in dono la propria vita per la giustizia, un ideale che lo ha portato alla morte ma che lo ha reso vivo per sempre nel cuore di tutti coloro che continuano a credere in un mondo capace di diffondere il bene.La coerenza dell’insegnamento del beato Livatino è meravigliosamente attuale per chi svolge una funzione pubblica. Essere credibili! “Qui è importante che egli offra di se stesso l’immagine non di una persona austera o severa o compresa del suo ruolo e della sua autorità o di irraggiungibile rigore morale, ma di una persona seria, sì, di persona equilibrata, sì, di persona responsabile pure; potrebbe aggiungersi, di persona comprensiva ed umana, capace di condannare, ma anche di capire”. Queste le parole del beato risalenti al 1984; e questo deve essere, e non solo apparire, chi svolge una funzione pubblica: credibile, serio, ironico quando necessario, equilibrato, comprensivo, umano. La Sicilia – conclude – è cambiata e continua a cambiare grazie al sacrificio di uomini straordinari come Livatino che, con le proprie azioni ordinarie di vite straordinarie, proiettano la nostra complicata ma amata terra verso un percorso di cambiamento, dimostrando che la Sicilia non è irredimibile e che finalmente tutto possa cambiare realmente, e non perché nulla cambi.
Conclusa la tappa nella cittadina di Grotte la reliquia raggiungerà, il comune di Favara dove sosterà dal 13 al 16 ottobre e successivamente il comune di Naro dove sosterà dal 18 al 20 ottobre.  Per don Rosario Bellavia – che ha animato e coordinato, unitamente a don Salvatore Zammito, i vari momenti della tappa a Grotte – la visita è una esperienza di grazia, che sta accomunando tutta la chiesa locale, nella quale ci si sente sempre più uniti e partecipi, una benedizione elargita dal cielo, da Dio e dallo stesso giudice, figlio e custode di questa nostra terra”.
Carmelo Petrone