Missione - Ufficio Migrantes

L’umanità non è robot

didon Aldo Sciabbarrasi, Direttore ufficio Migrantes

Ancora una volta muoiono gli indifesi al largo di Lampedusa, ancora una volta coloro che pagano un’accoglienza fatta solo di burocrazia e di ragione sono i bambini così come è successo lunedì che una mamma ha perso i suoi 3 figli piccoli che aveva di 2, di 3 e di 5. Ancora una volta noi, come Chiesa, assistiamo a questi strazi indescrivibili e senza parole di vedere questi morti indifesi, queste mamme e questi papà che piangono per i loro figli, che sono addolorati e rattristati per tutto quello che vivono e come vivono prima di arrivare alle nostre coste.

“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”; così il Signore vorrebbe che tutti facessimo accoglienza, cioè nei gesti più semplici, concreti, scontati della nostra vita. Gesti semplici, scontati come un abbraccio anche senza dire nulla, farli sbarcare in un luogo illuminato e qualche panchina fatte bene, una bottiglia d’acqua o qualcosa di caldo e qualcosa da mangiare, accompagnarli in bagno, dare qualche capo di abbigliamento; questa è accoglienza dignitosa all’uomo che noi, come Chiesa, facciamo ogni giorno al Modo di Lampedusa, con i parrocchiani della comunità di Lampedusa, con le suore e i volontari che con grande spirito di umanità con cuore aperto fanno il loro servizio. Il problema è saper orientare questa disponibilità in un progetto politico lungimirante, capace di pensare ad un futuro insieme, che sia una opportunità di crescita per tutti.

Il fenomeno migratorio non più un’emergenza, ma una realtà da affrontare e governare con saggezza.

Gesù ci insegna ad essere prima umani e poi burocrati, ad essere sensibili e poi creare strutture che non fanno sentire la libertà umana di ciascuno. Certamente il pregiudizio che si ha nei confronti di questi nostri fratelli non può essere così incisivo tale da far finta che non siano persone umane. A tutto questo vogliamo dire che l’accoglienza tra persone venga fatta con quella sensibilità e umanità che lo contraddistingue lasciando anche la possibilità a chi vorrebbe e potrebbe farlo di compierlo nei confronti di questi fratelli.

“Libertà di restare” non è un invito ipocrita dei paesi meta di immigrazione: «Per realizzare l’obiettivo di restare nel proprio paese occorre che i singoli Stati si impegnino per assicurare e garantire ai propri cittadini le condizioni e accanto a questo è necessario un impegno più convinto degli Stati e della Comunità internazionale.