Licata – i presbiteri scrivono alla Città: “Ci sta a cuore il rispetto di ogni persona umana e della sua dignità”

Pubblichiamo il testo della lettera che i presbiteri della città di Licata hanno indirizzato, il 28 febbraio 2021, alla Città dopo i recenti fatti di violenza.

Carissimi fratelli e sorelle,

come pastori di Licata ci sta molto a cuore il vero bene di ogni uomo e di ogni donna di questa bella e antica Città, non solamente dei fedeli affidati alle nostre cure pastorali.

I recenti fatti di violenza ci amareggiano e ci interpellano perché toccano le nostre coscienze credenti. Nessuno ha infatti il diritto di offendere la vita in tutte le sue fasi: dal suo concepimento fino al suo naturale compimento. Ci risuonano ardentemente nel cuore le parole che San Giovanni Paolo II ha pronunciato nella Valle dei Templi di Agrigento il 09 maggio 1993. Al termine della celebrazione eucaristica il papa ha affermato: «vi auguro […] di trovare pace nella vostra terra. […] Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole la civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è via, verità e vita, lo dico ai responsabili: convertitevi!».

Il tempo quaresimale che stiamo vivendo – tempo favorevole di conversione e di preparazione alla Pasqua – è occasione per tutti per guardarci dentro alla luce del Cristo vivente e ridare stima alla dignità della persona umana fatta a Immagine e somiglianza di Dio Amore. Guardando sia la Croce intrisa di sangue sia il sepolcro vuoto, perché il Signore Gesù è vivo e più non muore, impariamo l’arte del vero amore. Un amore fatto di attenzione agli altri che sono per noi non estranei ma fratelli, non nemici ma parte della stessa Famiglia umana ed ecclesiale, non inferno ma dono da riscoprire e vivere. «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per sé stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò Cristo Redentore rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso. [In questa dimensione umana della Redenzione] l’uomo ritrova la grandezza, la dignità e il valore propri della sua umanità. Nel mistero della Redenzione l’uomo diviene nuovamente “espresso” e, in qualche modo, è nuovamente creato». (Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 10). Coraggio, riprendiamo in mano il Vangelo, riscopriamoci uomini e figli di Dio, riscopriamoci fratelli e portatori di valori positivi. Guardando al Crocifisso-Risorto, vero modello di uomo compiuto e realizzato, desideriamo incoraggiarvi tutti a una profonda riflessione sulla nostra dignità umana e battesimale.

Senza prendere di mira nessuno, condanniamo fermamente e rifiutiamo qualsiasi forma di violenza che danneggia la convivenza sociale e cristiana e offende la bellezza della nostra Città di Licata, madre di tantissime persone splendide che sono portatrici sane di valori buoni, umanità, intelligenza, scienza, creatività, cultura e fede.

Alla violenza – notiamo con dolore – si mescola una certa spettacolarizzazione di essa che la rende quasi una banalità occasionale o una normale evenienza della vita. Ciò viene amplificato da uno scriteriato uso improprio dei new media. Le mani, più che per filmare e diffondere atti insani, usiamole per compiere opere buone: Dio ci chiederà conto delle nostre intenzioni e del nostro operato.

Le varie dipendenze da droghe, super alcolici, giochi di azzardo, etc. ottenebrano la mente e spingono ad atti per niente razionali, dunque per niente umani, che abbrutiscono chi le compie.

Ci sta a cuore il rispetto amorevole di ogni persona umana e della sua dignità. Siamo solidali con chi è vittima, a vari livelli, di violenza, vi abbracciamo paternamente e vi apriamo il cuore e le porte delle nostre Comunità.

Lo Spirito Santo: Dono pasquale del Padre e del Figlio, ci faccia compiere un autentico cammino di rinnovamento con una chiara e determinata revisione di vita, in vista di una nuova fioritura di umanità e della realizzazione della civiltà dell’amore. È tempo di scrollarci l’indifferenza che ci rende prigionieri e conniventi. È tempo di camminare verso il Calvario di tanti nostri fratelli e sorelle per farcene cirenei della gioia e della speranza. È tempo di desiderare e lavorare per una cultura della Pasqua che ci veda impegnati, tutti e a tutti i livelli, nello spezzare le catene inique, nel soccorrere i deboli, gli indifesi, gli oppressi da vari gioghi.

Se la Città ha percepito sé stessa in uno stato di abbandono e di supina rassegnazione, lo Spirito dell’Amore e la nostra collaborazione ci vedano uniti nel trovare interventi significativi che diano chiari e fiduciosi segnali di ripresa e di rinascita. Che sia un nuovo inizio per tutti e per tutta la Città di Licata!!!

Ci aiuti l’intercessione e l’esempio di santità e di bellezza della Madre di Dio e della Chiesa. Donna permeata di Spirito e Vangelo, per questo resa sia pienamente umana sia pienamente conformata al Signore. Madre sempre pronta a correre incontro prevenendo i bisogni e le angosce dei suoi figli.

Ci aiuti l’esempio di giustizia e di santità del nostro sant’Angelo e del servo di Dio, prossimo beato, Rosario Angelo Livatino. Il loro sangue, unito insieme a molti altri martiri al Sangue dell’Agnello, sia seme fecondo di nuovi cristiani e di un nuovo cristianesimo più coraggioso, più profetico, più vero, più credibile, più coinvolgente, più incisivo.

Il nostro augurio pasquale a tutti e a tutte è che nei fatti e nella verità possiamo essere testimoni luminosi del Signore Gesù, spargendo generosamente il buon profumo della sua carità senza confini, accendendo luci, costruendo ponti, allargando i cuori e le braccia.

Licata 28 febbraio 2021                                                                      I sacerdoti di Licata