La “via” agrigentina al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze

«…Convenire, traduzione permanente del paradigma sinodale rappresentato dal Concilio. Questa prassi realizza la Chiesa quale esperienza di comunione, allenandola a vivere la sua vocazione di “sacramento dell’unità del genere umano” in cammino verso Dio (Lumen Gentium 9). Non è fatica da poco; per riuscire a sostenerla è necessario apprendere, sempre daccapo e sempre meglio, la lezione del dialogo, dell’incontro col mondo e, prima ancora, del confronto tra le varie componenti della comunità ecclesiale».

Così l’Invito al V Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre, presenta il senso del “con-venire” ecclesiale. Non si tratta di riunirsi tra esperti per studiare, dibattere o discutere temi di interesse comune, come suggerisce l’uso corrente del termine “convegno”. Si tratta piuttosto di esprimere e, nello stesso tempo, di apprendere da questa stessa espressione ciò che, in quanto Chiesa che vive in un determinato territorio e ne condivide la storia, siamo e dobbiamo diventare.

“Con-venire”, per la comunità cristiana, significa prima di tutto e soprattutto questo: venire insieme attorno a un centro di raccolta, in risposta a una stessa chiamata, per vedere e toccare, sentire e gustare quell’essere-una-cosa-sola che costituisce la Chiesa; venire insieme, ciascuno con la sua unicità e tutti nella stessa unità, per riconoscere l’azione dello Spirito che divide i suoi doni e li ricongiunge nel loro esercizio comunitario per l’utilità comune; venire insieme, a volte con l’entusiasmo dell’intraprendenza e a volte con il peso dello scoraggiamento, per sostenere le fatiche e condividere l’impegno, riaccendere la passione e rimotivare la speranza.

Questo sarà per le Chiese italiane il V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze 2015, che aiuterà le nostre diocesi a leggere i segni controversi di questo tempo sempre più complesso e a scrivere insieme una nuova pagina di vita cristiana per “un nuovo umanesimo in Gesù Cristo”: un “nuovo umanesimo” che non sia teoria sull’uomo alla luce del Vangelo, ma prassi di vita evangelica nelle vicende umane.

Il “con-venire” a Firenze sarà un confluire di racconti di “vita buona del Vangelo” in atto nelle nostre Chiese sui solchi delle cinque “vie verso l’umanità nuova”, indicate da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium e riprese dalla Traccia per il cammino verso il Convegno: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. Cinque “vie” che raccontano il bisogno umano di Dio e l’interesse di Dio verso l’uomo; cinque “vie” che descrivono la responsabilità della Chiesa nei confronti della cultura e della società, la sollecitudine delle comunità per il territorio, la prossimità dei cristiani alle persone più fragili, la loro presenza nelle situazioni più delicate, perché la fede dia forma alla vita e questa dia consistenza a quella.

Il Convegno Pastorale Diocesano del 20 giugno a Porto Empedocle si è inserito in questa esigenza di “con-venire” che è propria della Chiesa e, nello specifico, si è collocato verso l’evento di Firenze 2015, delineandone la “via agrigentina”.

Alle porte dell’estate, mentre si andava concludendo il primo anno del biennio 2014-2016, la Chiesa Agrigentina ha sentito l’esigenza di ritrovarsi attorno al suo Vescovo per rivedere e rilanciare il percorso della Chiesa Diocesana e delle singole Comunità alla luce del cammino della Chiesa Italiana verso Firenze 2015, delle scelte compiute in Diocesi dopo il quinquennio 2008-2013 e del Piano Pastorale Diocesano che ne è venuto fuori per il biennio in corso.

Questo “con-venire” a Porto Empedocle il 20 giugno è stato pertanto un’occasione di incontro fraterno attorno al Vescovo, un momento di ascolto e di confronto sulla base di alcune sollecitazioni, uno spazio lasciato alla propositività degli operatori pastorali, per continuare a esprimere e a costruire il nostro esserci come presenza viva e qualificante il nostro territorio con lo slancio del Vangelo e la passione per l’uomo. Perché, per noi e per quelli a cui il Signore ci manda, si compiano qui e ora le sue parole: «abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Al Convegno Diocesano la Chiesa di Agrigento ha accolto due ospiti d’eccezione, protagonisti in prima linea del Convegno Nazionale di Firenze e di vari momenti della vita ecclesiale italiana, in particolare sui temi della generatività, della comunicazione interculturale e delle trasformazioni sociali e culturali dovute ai processi di globalizzazione: i coniugi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, entrambi docenti all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Chiara, in particolare, è Membro della Giunta di presidenza del Comitato preparatorio del Convegno di Firenze e Direttore responsabile del sito web www.firenze2015, definito dalla Traccia «luogo per preparare, accompagnare e proseguire i lavori del Convegno». Mauro, da parte sua, sarà uno dei due Relatori principali a Firenze: a lui è stata affidata la relazione socio-antropologica, che si integrerà a quella teologica di Mons. Lorizio.

Durante il Convegno Chiara ha raccontato come si sta cercando di impostare il Convegno di Firenze per leggere i segni dei tempi e rispondere alle sfide della post-modernità con la misericordia piuttosto che con le ideologie; successivamente, insieme al marito, ha proposto alcune riflessioni sulle cinque “vie” e come quella agrigentina si inserisce in quelle.

Dopo l’intervento di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti sono stati proposti tre video-racconti, che hanno presentato tre esperienze di “nuovo umanesimo in Gesù Cristo” in atto nella Chiesa Agrigentina e in attuazione del Piano Pastorale Diocesano: Caritas Diocesana ha presentato l’esperienza di “housing first” di “Casa Rahab”; la comunità ecclesiale di Bivona quella della missione con il Seminario e delle sue ricadute durante l’anno; la parrocchia S. Domenico di Realmonte quella di un’attenta e accurata lettura del territorio.

Sullo sfondo di queste sollecitazioni, in un terzo e altrettanto importante momento del Convegno, l’assemblea è intervenuta per condividere idee ed esperienze, proposte e suggerimenti per una maggiore comprensione e più proficua attuazione del Piano Pastorale Diocesano nel secondo anno del biennio.