Il card. Bassetti a Lampedusa per la festa della Madonna

Nominato cardinale appena un anno prima del nostro arcivescovo, Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia, terra dei Santi Francesco e Benedetto, su invito del parroco, don Mimmo Zambito, è stato ospite della comunità lampedusana nei giorni della festa della Patrona la Madonna di Porto Salvo.
Per il presule umbro è stata soprattutto l’occasione per conoscere quel fazzoletto di terra bagnato dal Mediterraneo, che per migliaia di profughi-migranti rappresenta la salvezza e la speranza di un futuro migliore, i cui abitanti fanno “scuola” di accoglienza e carità. È stato lo stesso cardinale a evidenziarlo alla conclusione dell’omelia durante la celebrazione eucaristica in onore della Madonna di Porto Salvo, parlando della «grande ammirazione per i cristiani di Lampedusa» nell’offrire «all’Italia e all’Europa intera l’esempio di un popolo attento, accogliente, che si fa partecipe delle sofferenze altrui. Voi rappresentate l’avamposto dell’Italia e, direi, dell’Europa, civile e solidale. Avete raccolto dal mare i naufraghi, soccorso i disperati, preso in casa i profughi, sepolto i morti. A nome dei fedeli della mia Chiesa di Perugia e delle Diocesi dell’Umbria esprimo riconoscenza e vicinanza per quanto avete fatto e ancora andate facendo in aiuto a tanti fratelli».
Ricordando la visita del Santo Padre a Lampedusa, il cardinale Bassetti, tenendo in mano il pastorale del Papa realizzato con il legno di un barcone di naufraghi, ha detto: «Non è un caso che Francesco abbia compiuto qui a Lampedusa il suo primo viaggio apostolico. In quel viaggio risiedeva uno sguardo profetico profondissimo sul mondo!».
«In questi giorni siamo stati spettatori di nuovi, tragici avvenimenti – ha proseguito il porporato – che umiliano ancora la nostra coscienza di uomini segnati dallo Spirito del Signore. Le barriere innalzate contro gente disperata e in fuga non comportano soltanto la fine di un sogno di libertà per tanti disperati, ma, alla fine, realizzano una triste prigione anche per coloro che l’hanno costruite. Chiudersi nell’egoismo non fa bene a nessuno: il mondo ha bisogno di solidarietà e di amore fraterno».
Due visite-incontro hanno particolarmente commosso il cardinale Bassetti, al Centro di accoglienza e al cimitero di Lampedusa. Il perché lo comprendiamo dalle stesse parole del porporato «Al Centro di accoglienza di Lampedusa ho colto tanta umanità che mi ha intenerito ancor più il cuore – ha commentato – e difficilmente dimenticherò i bambini con i loro occhi splendenti come il sole che riscalda quest’isola, la “Porta d’Europa”, l’“ancora di salvezza” per molte persone in fuga dai loro Paesi. I bambini eritrei disegnano come i nostri bambini e mi ha colpito il disegno di una casa con accanto due figure di persone adulte e quattro di bambini, ma a Lampedusa erano in cinque, mancava il papà… Come anche i disegni che ritraggono tante barche sulle onde… Una barca di carta mi è stata regalata da un gruppetto di bambini ed è il dono più bello che ho ricevuto». Al cimitero di Lampedusa, ha detto il cardinale, «la morte accomuna tutti! Si trovano ben custodite anche le tombe dei naufraghi periti nel Mediterraneo. A queste persone non è stato riservato un angolo del cimitero, sono sepolte in mezzo alle tombe dei nostri cristiani».

C.S.