Giovanifesta 2020, con una festa in 5G presentati il logo e l’inno

Genuinità, genialità, gratuità, gioia e gratitudine sono queste le “5G” linee guida dei giovani della Diocesi che si ritroveranno, il 1 maggio a Raffadali, per il loro atteso raduno annuale, il Giovaninfesta.

In una fredda serata invernale riscaldata dalla musica e dai balli, venerdì 7 febbraio, a Raffadali sono stati presentati il logo e l’inno del GIF 2020.

Sul palco insieme al direttore del Centro per i Giovani, don Gero Manganello, i giovani artisti che hanno intrattenuto i tanti presenti alla serata ed i creatori e realizzatori del logo e dell’inno. Una grande festa preparatoria a quella che attende Raffadali per la 35ma edizione del Giovaninfesta a cui la città si sta già preparando per accogliere al meglio tutti i giovani della Diocesi che si ritroveranno il primo maggio.

Il logo.
È stato realizzato da Anna Mangione e Marta Di Stefano e digitalizzato da Archistegal di Stefano Galvano.
Una grande G che richiama alle peculiarità del mondo giovanile: Genuinità, Genialità, Gratuità, Gioia e Gratitudine, ma anche G di Giovani, che devono avere coscienza della bellezza del dono della vita.

> Guarda il logo del Giovaninfesta

La G si snoda come un ramo, il Messia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.” (Is.11). Alla fine del ramo due pistacchi che rappresentano il territorio e la tradizione agricola di Raffadali, divenuti ormai famosi per la produzione di questo frutto.

All’interno della G la chiesa Madre di Raffadali, al centro dell’immagine del logo, cuore pulsante della comunità civile e religiosa del paese. Sotto l’immagine del santuario, la forma stilizzata di 5 giovani che, richiamando le 5G, sono alla ricerca della gioia e del senso della vita.
Infine, l’aquilone posto all’apice della G che, anche se legato ad un filo, riesce a volare verso il cielo e rappresenta quel desiderio di libertà a cui i giovani sono chiamati e l’anelito dell’uomo verso Dio, “la Creatura che tende al Creatore”.

Inno “Vivere e sentire”.

Il testo e la musica sono stati composti da Salvina e Rosy Butticè.
Il brano parla della voglia di ritrovare la libertà e di vivere la gioia di essere se stessi, privi di qualsiasi filtro che la vita di oggi impone, seguendo dei cliché stereotipati che portano tutti ad essere uguali, omologati, privi della genuinità che rende ciascuno unico ed irripetibile.

Ascolta l’inno del Giovaninfesta 2020

Il ritornello è un’esortazione a usare i talenti e quanto di bello ciascuno ha dentro.
Nel testo c’è il desiderio di andare “oltre”, di guardare e vedere l’altro come un “prodigio”, nella sua vera essenza.
Fidarsi, sperare, credere per cambiare. Credere in se stessi e negli altri per superare le angosce, le ansie, le delusioni di un mondo che non punta sui giovani. Solo stando insieme si può vincere e si possono abbattere tutte le barriere, anche quelle della disabilità. Ognuno è abile in modo diverso, ognuno ha qualcosa da poter dare, da poter condividere. L’altro, anche se diverso, è un tesoro prezioso, porta con se un colore e solo insieme si può dipingere un mondo migliore.