Albania: avviata ufficialmente la missione agrigentina

E’ passato appena un mese da quando la Chiesa agrigentina, riunita intorno al suo Pastore che riceveva dal Nunzio Apostolico in Italia il simbolo della comunione con il Santo Padre, nei primi vespri della dedicazione della sua Cattedrale, consegnava il mandato alla equipe missionaria in partenza per l’Amministrazione apostolica dell’Albania Meridionale, alla presenza del Vescovo di quell’Amministrazione.

Oggi, domenica 10 ottobre 2021, nella Chiesa parrocchiale di Korçe, dedicata alla Madonna Assunta in cielo, i due Vescovi, mons. Damiano e mons. Giovanni Peragine, alla presenza del Nunzio Apostolico in Albania, mons. Luigi Bonazzi, hanno concelebrato l’Eucaristia che ha dato formalmente il via alla Missione agrigentina di Korçe e Dëvoll.

E’ veramente difficile descrivere le emozioni che hanno caratterizzato questa celebrazione perché al di là del clima di festa che possiamo immaginare per l’avvio di una attività missionaria, ci sono stati tanti elementi di straordinarietà nel momento che abbiamo vissuto. Tutti coloro che hanno preso la parola hanno parlato di un “momento storico” per le comunità cattoliche locali e per la stessa città di Korçe, ma l’espressione acquista un significato più profondo se si declina alla luce della storia recente di questa Chiesa e si comprende perché il Nunzio Apostolico si è fatto tre ore e mezzo di strada per presenziare alla celebrazione, perché erano presenti sia il Sindaco in carica che quello uscente (nessuno dei due di religione cattolica), oltre ad un rappresentante della Chiesa Ortodossa (la comunità più numerosa della zona), perché letteralmente ‘ogni’ cattolico della zona di Korçe e del Dëvoll  non è voluto mancare a questo evento. Anche Padre Gery, il sacerdote canadese che, dopo la caduta del regime comunista, ha gettato le basi di queste comunità per un preciso desiderio di Madre Teresa di Calcutta (che fu presente all’inaugurazione della Chiesa di Korçe), dal Canada dove adesso si trova, si è unito in preghiera ed ha fatto giungere un saluto alla Comunità e l’augurio di buon lavoro all’equipe appena arrivata.

Alla fine della celebrazione, dopo i saluti del tre vescovi presenti – a Korçe negli ultimi venti anni è stato difficile assicurare la presenza di un sacerdote, talvolta il Vescovo si è reso presente, ma la concelebrazione di tre vescovi non si era mai vista – ha preso la parola un rappresentante di ognuna delle due comunità. Maria Hysaj, un architetto, una delle prime cattoliche della comunità di Korçe, ha ricordato con commozione evidente la fondazione di questa chiesa e manifestato la sua gioiosa meraviglia di fronte al “mare” di sedie occupate oggi; un centinaio di fedeli che nelle nostre zone sono numeri usuali, ma rappresentano una vera e propria moltitudine in questi luoghi in cui ci sono interi villaggi senza un cattolico o posti in cui la “comunità” è rappresentata da una sola donna, giunta al Sud dal cattolico Nord a motivo di un matrimonio combinato. Per lei la presenza dell’equipe appena arrivata è certezza che la famiglia che è sempre stata la chiesa di Korçe si appresta a crescere e fortificarsi nell’Amore e nella Comunione.

Ma ciò che più di tutto ha reso l’idea del momento di Grazia che oggi questa Chiesa ha vissuto è l’espressione di gioia negli occhi dei missionari. Questi uomini e queste donne che eroicamente, da quando venti anni fa l’ultimo sacerdote è andato via, hanno tenuto in piedi la Comunità, spezzando la Parola e distribuendo la Comunione che il sacerdote di tanto in tanto consacrava, formando i catecumeni che comunque lo Spirito ha continuato a fare sorgere e soprattutto hanno testimoniato la loro Fede, coltivando la speranza che Dio non abbandona ed il Padrone della vigna non farà mancare gli operai nella sua vigna, questi fratelli e queste sorelle si sono sentiti oggi i destinatari principali del Dono che le chiese sorelle di Agrigento e di Albania hanno consegnato: quattro missionari che stabilmente vivranno a Korçe, riaprendo la Chiesa, abitando la casa canonica e facendosi loro prossimo in questo tratto di cammino che il Signore vorrà tracciare.

(L’Equipe missionaria)