Nota del Consiglio Pastorale Diocesano e dell’Ufficio di Pastorale Sociale: “Ancora emergenza Mafia”

Pubblichiamo il testo della Nota del Consiglio Pastorale Diocesano e dell’Ufficio di Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi di Agrigento “Ancora emergenza Mafia“

In questo anno giubilare, considerati gli avvenimenti che stanno scuotendo il nostro territorio, il Consiglio Pastorale Diocesano unitamente all’ufficio di Pastorale Sociale non possono rimanere in silenzio. Di fronte allo spaccato di degrado umano, politico ed etico, che emerge dalle cronache e che ci interpella tutti, si rinnova l’urgenza di questa Nota. L’ombra della criminalità organizzata e la pericolosa tentazione della rassegnazione continuano a minacciare il vivere civile. Per questo motivo, il Consiglio Pastorale Diocesano sente il dovere di riprendere con fermezza il proprio cammino profetico, rinnovando l’appello all’impegno e alla conversione.

Nell’Anno della Speranza, la rassegnazione, che serpeggia nel nostro territorio, stride come un insulto al futuro. La rassegnazione non è una virtù, ma una colpa; è il peggior nemico della fede; il veleno che ci spinge a credere che l’ingiustizia sia immutabile, portandoci a vivere una mediocrità pigra, che accetta il male come un destino segnato. Il cristiano è chiamato a essere irrequieto, non rassegnato; un testimone radicale del Vangelo, che non accetta l’ingiustizia e genera fermento nuovo e inarrestabile.

Eppure in questa terra dovremmo essere custodi ed interpreti di quel grido appassionato e profetico di Giovanni Paolo II che, con risolutezza e chiarezza inaudita, stigmatizzava la violenza e il malaffare come un’apostasia vera e propria, un rinnegamento dei valori cristiani e umani.  Il cristiano, in grazia del suo Credo e della sua fedeltà al Vangelo deve essere “l’artigiano di speranza”, costruttore di un mondo senza clientelismi e sopraffazioni.

Già nel 1992, l’imperativo all’azione e al non-compromesso è stato chiaramente espresso dalla Chiesa Agrigentina con il documento “Emergenza mafia”, che in modo chiaro e profetico sottolineava l’indifferenza, l’assuefazione e l’omertà come atteggiamenti inaccettabili e concause di degrado morale e politico di questa nostra terra.

Si ribadisce come contro questa mentalità occorre reagire e non  essere rassegnati: il giudizio di condanna non basta più ;   è necessario un cambiamento radicale  per liberarci  da una condizione di servilismo  e da una cultura di morte che è la mafia.

Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano comincia a scrivere con le opere di bene. (PAPA FRANCESCO, UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro, 11 ottobre 2017)

Noi cristiani dobbiamo concepire la società come un “cantiere aperto”, che richiede l’impegno di ciascuno e di tutti per il bene comune, testimoniando in tal modo una Fede abitata dallo Spirito e incarnata nei valori, che la Carità comporta. In tal modo la giustizia sociale e la legalità non sono un semplice ossequio alle norme dello Stato ma frutto di un imperativo morale e spirituale che affonda le sue radici nella dignità inalienabile di ogni persona.

Per essere testimoni credibili di una Chiesa “libera da compromessi” dobbiamo rifiutare categoricamente, SENZA APPELLO, ogni forma di asservimento e collaborazione con   la mentalità mafiosa e i gruppi criminali, SENZA ASSUMERE MAI il ruolo di mendicanti di favori ed esigendo il rispetto dei diritti sanciti dalla legge.

Questo è il tempo di dire basta a questa logica di assolutizzazione del proprio potere rispetto alla dignità della nostra gente maltrattata nella sua dignità, e’ tempo di tornare a essere liberi da qualunque padrone che vuole schiavizzarci con la logica del tornaconto o peggio della paura; e’ tempo di alzare il capo … ricordiamo il doppio monito e il grido di San Giovanni Paolo II quando ci ha detto “Chiesa Agrigentina alzati!” e ai mafiosi “convertitevi… un giorno verrà’ il giudizio di Dio”… questo è il tempo in cui la Chiesa Agrigentina dice… basta alla Mafia… si alla vita!

Convinti che solo l’umile e tenace opera del Bene, coltivata nel quotidiano, potrà trasformare definitivamente la terra dell’ingiustizia nella Terra della Promessa, invitiamo tutti gli uomini di buona volontà a farsi artigiani della giustizia affinché la rassegnazione non abbia l’ultima parola.

Agrigento, 09/12/2025

Il Consiglio Pastorale Diocesano (foto archivio LdP)