La Comunità Ecclesiale di Agrigento, si è riunita, domenica 22 giugno 2025, nella Basilica Cattedrale, per la celebrazione della Solennità del Corpus Domini. Alla celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Salvatore Muratore, vescovo emerito di Nicosia e concelebrata dai parroci della fornaia, ha fatto seguito la processione con il Santissimo Sacramento per le strade della città: via Duomo, via Matteotti, via Bac Bac, via Atenea, via Roma per concludersi, in piazza Stazione, dove si tenuto un breve momento di adorazione con una riflessione/preghiera e la benedizione finale.
Nell’intervento omiletico mons. Muratore ha esordito citando una frase di Ermes Ronchi, presbitero e teologo italiano dell’Ordine dei Servi di Maria: “Mangiate di me! Parole che mi sorprendono ogni volta, come una dichiarazione d’amore. Come se Gesù mi dicesse: «Voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue; voglio farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita e tu vita mia». Qui è il miracolo, il batticuore, lo stupore: Dio in me, il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola” (Ronchi).
“È qui – ha detto mons. Muratore – il centro della fede: Mistero stupendo!
Ha invitato, poi, i presenti, alla luce della parola proclamata, (il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci) a vivere questo mistero con 4 atteggiamenti:
- Con la gioia dell’incontro nel cuore
C’è una frase nel Vangelo che mi commuove: Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi:Gesù che ti aspetta a braccia aperte, con desiderio ardente. non perdiamo il fascino della domenica. Mi auguro che al suo “ardentemente” desiderio risponda l’ardore del nostro cuore. Il fascino del pellegrinaggio domenicale verso la Parola Sì, perché la Parola fa ardere il cuore. I discepoli di Emmaus l’avevano sperimentato. Ricordate? Il giorno della risurrezione loro, viandanti, il forestiero che si avvicina e spiega le Scritture e alla fine dopo che lo hanno riconosciuto allo spezzare del pane si dicono l’un l’altro: Non ci ardeva forse il cuore mentre ci spiegava le Scritture. La Parola fa ardere il cuore. Tu prendila tra le mani, tu corri ad essa bramandola, tu macinala nel tuo cuore e falla diventare tua carne. vedrai che alla fine arderà il tuo cuore. Pellegrinaggio domenicale per un incontro stupendo nel suo corpo donato e nel suo sangue versato. Non finiremo mai di ringraziare Gesù per il dono dell’Eucaristia, per questa compagnia perenne, per questo suo rimanere e per il desiderio di abitare la nostra storia e la nostra vita. Amici per sempre in un’alleanza indistruttibile: nuova e per sempre, eterna, sangue versato per un’alleanza che non finisce mai e tu a mangiare di questo pane.
L’unica legge – ha detto – dell’esistenza è dare la vita per amore. L’unico modo di amarsi è come io vi ho amati. E nell’Eucaristia lo viviamo e lo attualizziamo, Gesù si dona per noi. Fate questo in memoria di me significa tante cose, ma uno dei significati importante è: nella storia fate come sto facendo io. Cioè date la vita per amore. Pensate – ha proseguito – a cosa può significare questo per le nostre relazioni? L’amore di coppia, la benevolenza degli amici, la mia vita di vescovo, la tua vita di presbitero? Tutto sullo stile del dono, della gratuità, del dimenticarsi per amore. Ricordatelo sempre: Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato
- Con una passione indistruttibile per la Chiesa
Qualcuno forse potrà pensare: che c’entra ora laChiesa? L’eucaristia potrebbe sembrare un fatto privato, personale tra me e Lui, ma Paolo nelle sue lettere ci apre un altro orizzonte. Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti. un solo corpo. Corpo di Cristo è l’Eucaristia, corpo di Cristo è la Chiesa. Chiesa che non è una entità astratta né si identifica con il sacerdote o il vescovo. Corpo di Cristo siamo tutti noi insieme…. Questo pane fa la Chiesa. Siamo un solo corpo: come mani, piedi, occhio, cuore fanno un solo corpo. Così noi. Non si può mangiare questo pane se non ci sentiamo in comunione gli uni con gli altri, fratelli, popolo di Dio insieme, con il sogno del suo regno qui ed ora nella nostra Chiesa. Una Chiesa che amiamo, che vogliamo costruire insieme nella partecipazione e nella corresponsabilità.
Cari amici, la nostra vocazione e la nostra dignità stanno nel volerci bene e custodire la comunione. Allora Per il mistero di questo pane la Chiesa mi interessa, la mia comunità parrocchiale mi interessa, non solo utenti della comunità. Per il mistero di questo pane – ha proseguito – siamo, come Chiesa, catapultati dentro la storia, dentro la città, dentro il bene comune e noi Chiesa, insieme con gli altri, a lavorare per il bene di tutti, a condividere gioie e dolori, fatiche e speranze, a diventare anche noi pane spezzato per amore.
Ed ecco l’ultimo passaggio.
- Con il solo modo di essere discepoli: diventare distributori di pane
Prese i cinque pani e i due pesci, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero. Nella Messa veniamo alla sorgente dissetati per dissetare, ricolmati di amore per amare, veniamo a spezzare il pane con Gesù per imparare a donare.
Diventare distributori di pane, di amore e di fraternità. Dentro la storia i cristiani hanno questo compito portare il pane, l’amore, la fraternità e se non fanno questo tradiscono il mandato.
Date loro voi stessi da mangiare (il cristiano è uno che si fa mangiare)
Li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero alla folla, ciò che siamo e ciò che abbiamo non è solo per noi, ma per gli altri…
Cari amici e fratelli – ha concluso – da questa eucaristia, da ogni eucaristia, dopo averlo incontrato, per le strade, nei pianerottoli, negli uffici, nell’intimità delle nostre case portatori di Dio, portatori di amore, costruttori di alleanze e tessitori di comunione. Gesù adesso ha i nostri piedi e cammina con noi, la processione ne sarà il segno. A Gesù nostro compagno, la lode e la gloria per i secoli eterni. Amen”
La preghiera in Piazza Stazione
Al termine della processione, in piazza stazione, ha concluso il momento di adorazione con una preghiera ai piedi di Gesù Eucarestia confessando ai presenti anche la genesi delle parole pronunciate:
“Quando l’arcivescovo (non presente al momento perché ancora in ospedale per il periodo di convalescenza ndr) mi invitò a presiedere questa processione subito in mente la domanda: Cosa dirò? Poi ripensandoci; la domanda si trasformò in altro modo: Cosa dirai a Gesù quando sarai vicinissimo a lui, con gli occhi fissi su di lui, con le mani che lo sorreggono e lo portano per le strade della città di Agrigento che hai amato intensamente e servito con passione? Incominciai così ad abbozzare nel mio cuore una preghiera che adesso condivido con voi e vi invito a farla diventare preghiera di tutti noi insieme.
- Guarda e ascolta la preghiera finale nel video
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