Sabato 8 novembre 2025, la Chiesa agrigentina, convocata dal suo Pastore, ha celebrato, allo Sport Village di Villaggio Mosè, la seconda Assemblea sinodale. convocata per lo scorso 2 giugno è stata rinviata per permettere la partecipazione dell’Arcivescovo ricoverato in ospedale. Questo momento, come ha ribadito don Carmelo La Magra, referente del cammino sinodale dell’Arcidiocesi di Agrigento, si inserisce nel cammino sinodale della Chiesa Italiana e della nostra arcidiocesi.

Sono stati tre i temi trattati, scelti tra le dieci sintesi scaturite dalla prima assemblea del 15 febbraio scorso (qui). I delegati, rappresentanti delle parrocchie, dei religiosi e religiose, delle aggregazioni laicali e degli uffici pastorali, presbiteri e diaconi, hanno trovato sul tavolo i temi dell’Iniziazione cristiana, degli organismi di partecipazione e corresponsabilità e il riconoscimento della dignità di ogni persona. Attraverso il metodo della “Conversazione nello Spirito”, si sono posti in ascolto reciproco su questi temi emersi come prioritari nella vita della nostra Chiesa diocesana. Ogni tavolo, ha redatto una sintesi, frutto del contributo di tutti e condivisa dai partecipanti ed ha elaborato e offerto, anche, una scelta concreta, inerente al tema di discussione, da attuare in ambito diocesano o parrocchiale.
L’Assemblea ha avuto inizio con il momento di accoglienza dei delegati e la preghiera, con l’ascolto della Parola, l’invocazione dello Spirito e una introduzione dell’Arcivescovo Alessandro che ha condiviso e affidato ai presenti l’immagine evangelica del lievito come icona della Chiesa missionaria, evocata da Papa Leone XIV all’inizio del suo ministero petrino, il 18 maggio 2025:«Questo, fratelli e sorelle – ha detto il Papa – vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità».

E, facendo riferimento al documento di sintesi del cammino sinodale delle chiese in Italia, mons. Alessandro Damiano ha proseguito: “Nel contesto dei cattolici italiani, la divisione tra chi sogna una riedizione pura e semplice della “cristianità”, ormai definitivamente tramontata, e chi cerca invece una postura ecclesiale adatta alla società di oggi, crea tensioni e incomprensioni dannose per la comunione e la missione. Il cammino sinodale intende porsi, umilmente, come strumento per recuperare nella Chiesa la concordia nelle cose essenziali, la libertà nelle cose dubbie che richiedono ulteriori riflessioni e la carità in tutte.
Il mandato – ha proseguito – che abbiamo ricevuto da Papa Leone XIV, il 17 giugno 2025 (discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, ricevuti in udienza nell’Aula delle Benedizioni ndr) è chiarissimo: lavorare affinché «ogni comunità diventi una casa della pace». «Una casa dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace, ci ricorda il Papa, non è un’utopia, ma una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione». A questo proposito – ha detto l’Arcivescovo – un segno particolarmente significativo della serietà del processo è stato quanto sperimentato durante la seconda Assemblea del cammino sinodale delle Chiese in Italia, tenutasi a Roma dal 31 marzo al 3 aprile 2025. La scelta del Consiglio Episcopale Permanente di ritirare il testo delle Proposizioni e di presentare una mozione che recepiva le richieste dell’Assemblea non è stato un gesto solo procedurale. È stato un potente segno di credibilità. Ha spazzato via quel diffuso pregiudizio di una presunta inutilità del cammino sinodale (“tanto non cambia nulla!”) e ha reso evidente che non si era vissuto un esercizio formale, bensì un autentico confronto. Abbiamo potuto vedere una Chiesa capace di vivere realmente la comunione: Vescovi che hanno saputo ascoltare e un laicato maturo; un dibattito libero che ha dato voce a un dissenso costruttivo, teso a custodire e a non disperdere la ricchezza di un ascolto pluriennale”.

L’Assemblea si è sciolta con la preghiera alla Vergine Maria di cui si è chiesto l’accompagnamento sul cammino della Chiesa, la benedizione dell’Arcivescovo e un momento di agape fraterna.
Come ho scritto sul numero 31/2025 de L’Amico del Popolo, distribuito in occasione della Assemblea, “il cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia ha raggiunto una tappa significativa con l’approvazione del Documento di sintesi, “Lievito di pace e di speranza”; non è una conclusione, quanto piuttosto un nuovo inizio, l’invito a una conversione pastorale profonda. (leggi qui)
Il cammino sinodale è stato, per la nostra Chiesa, pur tra tante difficoltà e ritardi, un tempo di ascolto, confronto e di discernimento comunitario, di relazioni prima che di sintesi e documenti. Questo stile deve diventare, ora, la nostra mentalità ecclesiale. È fondamentale promuovere una corresponsabilità effettiva di tutti i battezzati. Siamo chiamati a riconoscere e valorizzare la presenza di Dio nella società. Guardiamo a questo punto certamente segnati dalla fatica, ma con serenità e gioia. Non temiamo le scelte coraggiose che ci attendono per costruire comunità aperte, “Lievito di pace e di speranza” per la nostra terra e la sua gente. La sinodalità è lo strumento, lo Spirito e la nostra vita sono il lievito di Dio posto nella pasta del mondo, pace e speranza la nostra missione. Sinodalità è camminare insieme, consapevolezza di attraversare insieme il mare del mondo. È lo Spirito che ci guida. A questo vento di Dio che sempre soffia disponiamo le vele di questa nostra barca che è la Chiesa agrigentina!”
