Arcidiocesi

L’Arcivescovo Alessandro torna in Cattedrale dopo 3 mesi di degenza

Sabato 6 settembre, l’Arcivescovo Alessandro, dopo aver guidato la veglia di preghiera del 5 settembre nel V anniversario della sua consacrazione episcopale (vedi) , ha presieduto – dopo tre mesi di degenza – la celebrazione eucaristica nella Solennità della Dedicazione della Cattedrale di Agrigento alla presenza delle autorità civili e militari, del clero diocesano e del popolo fedele; tutti si sono stretti attorno al Pastore, come un unico corpo, celebrando la Messa della dedicazione della Chiesa madre dell’Arcidiocesi e ringraziando Dio per la guarigione dell’Arcivescovo, segno ulteriore della fedeltà di Cristo che non abbandona mai il suo popolo. Dopo il saluto iniziale  il vicario Generale, don Giuseppe Cumbo, a nome dell’intera comunità diocesana ha espresso la gioia e la gratitudine al Signore per il suo ritorno tra noi.

“La Chiesa Agrigentina – ha detto – dal 24 maggio e per tutto il periodo della sua degenza in ospedale ha pregato per Lei, chiedendo al Signore la sua guarigione e anche quella delle altre due persone coinvolte nell’incidente le quali, grazie a Dio, già nel mese di luglio sono rientrate a casa. Oggi, nella solennità della Dedicazione di questa chiesa Cattedrale,

Don Giuseppe Cumbo

abbiamo la gioia di riaverla tra noi a presiedere l’Eucaristia. E possiamo affermarlo – ha detto il Vicario- , le sue buone condizioni di salute sono il frutto del suo impegno e della sua pazienza (95 giorni di degenza in ospedale sono una vera e propria sfida e lei ha dimostrato di averla superata); sono il frutto della preghiera e dell’affetto di quanti le vogliamo bene; sono il frutto delle attenzioni e delle cure dei medici, degli operatori sanitari, dei cappellani e dei volontari degli ospedali San Giovanni Paolo II di Sciacca, San Giovanni di Dio di Agrigento e Sant’Elia di Caltanissetta ai quali, insieme a lei, desideriamo ancora dire il nostro grazie.

Ieri – ha proseguito don Giuseppe – , nel messaggio di auguri nella ricorrenza del V anniversario della sua ordinazione episcopale, le abbiamo scritto: «Il Buon Pastore ispiri e renda fecondo il suo servizio pastorale nella nostra Chiesa Agrigentina».”

Alla luce di questo messaggio augurale ha consegnato al vescovo  alcune espressioni tratte dal Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi: «Cristo Buon Pastore indica al Vescovo la quotidiana fedeltà alla propria missione, la piena e serena dedizione alla Chiesa, la gioia di condurre verso il Signore il Popolo di Dio che gli viene affidato e la felicità nell’accogliere nell’unità della comunione ecclesiale tutti i figli di Dio dispersi (cf. Mt 15,24; 10,6).

Nella contemplazione dell’icona evangelica del Buon Pastore, il Vescovo trova il senso del dono continuo di sé, ricordando che il Buon Pastore ha offerto la vita per il gregge (cf. Gv 10,11) ed è venuto per servire e non per essere servito (cf. Mt 20,28); inoltre vi trova la fonte del ministero pastorale per cui le tre funzioni di insegnare, santificare e governare debbono essere esercitate con i tratti caratteristici del Buon Pastore» (Apostolorum successores, 2).

Carissimo Padre Vescovo Alessandro – ha concluso don Cumbo – continueremo a pregare per lei: possa uniformare a Cristo, in maniera tutta speciale, la sua vita personale e l’esercizio del ministero apostolico per continuare a svolgere un fecondo ministero episcopale nella nostra Chiesa agrigentina. Gesù Signore, nostra speranza, guidi il suo ministero, illumini le sue giornate, alimenti la sua spiritualità, nutra la sua fiducia e sostenga le sue fatiche. Siamo pronti a collaborare e a riprendere insieme a lei il nostro cammino. Ci accompagnino la Vergine Madre e san Gerlando, nostro patrono”.

L’Arcivescovo nell’omelia ha ripercorso il periodo di degenza, ha ringraziato il personale medico e sanitario degli ospedali del periodo di degenza e la Chiesa agrigentina per le preghiere, la vicinanza  e l’affetto dimostrato  durante questo periodo che gli hanno dato forza e speranza per il cammino di riabilitazione. Ha fatto sue, infine, le consegne di Papa Leone ai vescovi italiani contenute nel messaggio del 17 giugno scorso evidenziando l’importanza di rimanere uniti, specialmente nel cammino sinodale e a fare della sinodalità una vera e propria mentalità; guardare al futuro con serenità e a fare scelte coraggiose, senza paura;  garantire che i fedeli laici diventino protagonisti dell’evangelizzazione, formati e nutriti dalla Parola di Dio e dalla dottrina sociale della Chiesa, per poter portare il Vangelo nei vari ambiti della vita quotidiana.

Al termine della Celebrazione è andato in scena, sulla scalinata della Cattedrale il musical “Caino e Abele” a cura dei ContemplAttivi.

Carmelo Petrone (www.lamicodelpopolo)