Come annunciato da mons. Alessandro Damiano lo scorso 25 novembre nella Cattedrale di Agrigento, il 7 gennaio 2024, ha avuto inizio la visita pastorale alle comunità della Forania di Sciacca che oltre alla città delle terme comprende anche i comuni di Montevago, Menfi, Santa Margherita Belice e Sambuca di Sicilia. A causa delle condizioni meteo avverse, popolo e pastori della Forania si sono ritrovati direttamente in Chiesa Madre, annullando la sosta nella rettoria san Domenico. Nella Basilica della Madonna del Soccorso si è tenuta la Santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai presbiteri della Forania, alla presenza dei rappresentati delle rispettive comunità ecclesiali e della autorità civili. Il Vicario Foraneo, don Alessandro Di fede, a nome delle Comunità ha introdotto il momento (leggi qui il saluto)
Durante l’omelia, commentando la pagina del “battesimo del Signore” secondo Marco, l’arcivescovo ha invitato i presenti a concentrare l’attenzione su Gesù che inizia il suo ministero scendendo nelle acque della miseria umana, in silenzio. “La salvezza – ha detto – inizia qui, in quella che possiamo considerare un’anticipazione della discesa agli inferi che Gesù porterà a compimento nel suo esodo pasquale. Il suo primo incontro con l’umanità ferita avviene nel silenzio della compassione: mentre accorrono da Giovanni uomini e donne per deporre il peso dei propri peccati, Gesù è lì, tra loro, ignoto ancora, ma già efficace. Mentre Gesù risale da quell’abbassamento dall’alto gli vengono incontro lo Spirito e la voce del Padre: «E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento’» (v. 10-11). Si tratta – ha detto – di un momento di rivelazione divina. Marco infatti dice che il cielo «si squarciò», impiegando lo stesso verbo che riutilizzerà al momento della morte di Gesù per dire che «il velo del tempio si squarciò» (Mc 15,38)”.
’arcivescovo Alessandro ha voluto collocare in questa cornice la Visita pastorale che inizierà nei prossimi giorni, parlando di essa come di una “immersione nelle ‘acque’ della nostra umanità segnata dal peccato e al contempo redenta da «Gesù Cristo, Figlio di Dio».
Entrando nello specifico della Visita ha ricordato come “il Magistero mi ricorda che «il Vescovo è tenuto all’obbligo di visitare ogni anno la diocesi, o tutta o in parte, in modo da visitare l’intera diocesi almeno ogni cinque anni» (can. 396 §1), obbligo che, nelle modalità, varia da regione ecclesiastica a regione ecclesiastica. Come successore degli Apostoli, insieme al Romano Pontefice e sotto la sua autorità il vescovo ha «la missione di perpetuare l’opera di Cristo, pastore eterno, partecipe della sollecitudine per tutte le chiese, esercitando l’ufficio episcopale, ricevuto per mezzo dell’ordinazione episcopale, in tutto ciò che riguarda il magistero e il governo pastorale nella porzione del gregge del Signore a lui assegnato» (cfr. Christus Domini, 2-3). La Visita – ha aggiunto – è così «autentico tempo di Grazia e momento speciale (…) in ordine all’incontro e al dialogo del Vescovo con i fedeli» (Pastores Gregis, 46), in vista di stimolare la fede, la testimonianza e l’impegno di evangelizzazione di ogni battezzato e di tutta la comunità cristiana.” Ha tenuto, inoltre, a precisare che “questo il Vescovo non può farlo da solo… È necessario farlo insieme con «la libertà e la lucidità di guardarsi onestamente dentro e fuori, per concedere a se stessi e agli altri la possibilità di fare chiarezza e venire alla luce. Ne va, non solo della buona riuscita della Visita Pastorale, ma della qualità e dell’efficacia che vogliamo dare al nostro impegno individuale e comunitario nella Chiesa e nel mondo».
Richiamando successivamente il tema della Visita Pastorale, «Insieme, tessitori di speranza» ha ricordato alcuni principi che dovranno guidare il “tessere speranza”, ricavandoli – come aveva già evidenziato nella lettera di indizione dai messaggi alla Diocesi dei tre anni scorsi.
Dal primo – quello per il Corpus Domini del 2021 – insieme all’esigenza di ascoltare i “gemiti” per ricomporre la disgregazione dell’esistenza e la frammentarietà dei rapporti, ha ripreso l’invito a «guardare oltre le apparenze e ascoltare al di là delle convinzioni […]: scendendo nella concretezza dell’esistenza e svelandone le contraddizioni e le ipocrisie; risvegliando nelle coscienze, in questo tempo buio segnato da guerre sempre più simili a carneficine e appare sempre più lontana la volontà di operare per la pace, il desiderio del bene e il gusto della verità; attivando percorsi personali e comunitari di giustizia, di conversione e di riconciliazione». “Perché questo avvenga – ha ribadito con franchezza – è necessario far emergere i conflitti non risolti e forse neppure affrontati, come ho indicato nel secondo messaggio, in occasione della Pasqua 2022. Non si tratta di fomentare le liti in corso o di riaccendere quelle messe a tacere, ma di trasformare ogni espressione di disaccordo in un’occasione di confronto leale e rispettoso, per superare gli ostacoli alla comunione e gli impedimenti alla missione”.
Da qui un impegno: “Questo richiederà a tutti e a ciascuno di rimettersi in movimento, compiendo tre passaggi tipici dell’azione ecclesiale che — a conclusione del messaggio — ho consegnato come «spunto per un’ulteriore declinazione della sinodalità»: la «sfida del cercarsi», l’«arte del raccontarsi» e la «disponibilità a lasciarsi precedere». Il raduno di tutte le componenti della vita ecclesiale e civile, la narrazione delle storie che in qualche modo le legano o le dividono e il discernimento perché sia la forza dello Spirito a riunirle e animarle costituiscono pertanto i momenti salienti della Visita Pastorale.
Da questi tre passaggi per mons. Damiano “dovrà scaturire il rilancio della «posta in gioco della Chiesa», che nel terzo messaggio – per la Pentecoste 2023 – ha segnalato come adeguamento progressivo alla «misura del dono di Cristo», derivante dal «custodire l’unità dello Spirito» (cf. Ef 4,3.7). Così il cercarsi, il raccontarsi e il lasciarsi precedere rilanciano – o, se è necessario, attivano – un processo virtuoso in ordine alla ricerca della pace, al consolidamento della giustizia e alla pratica dell’accoglienza. Concretamente, (…) si tratta di affrontare le incomprensioni, sfatando l’illusione che non ce ne siano o la rassegnazione alla convinzione di non poterle superare; di sentirsi tutti corresponsabili, superando una visione troppo individualista dei diritti e troppo disfattista dei doveri; di costruire e allargare la comunione, svincolandola dalla preoccupazione di riempire le nostre chiese e ridonandole lo slancio per raggiungere le città degli uomini”.
Tornando, infine, alla pagina del Vangelo ha detto di “accogliere come segno bello e significativo che l’avvio della visita in questa porzione della Diocesi avvenga proprio mentre Gesù si fa solidale con i peccatori. Nel momento in cui riemerge dalle acque, proprio lì, egli è riconosciuto come Figlio ed è visitato dallo Spirito Santo. Il Messia riceve la sua investitura non attorniato da una corte regale, ma tra folle di peccatori. L’instaurazione del regno messianico inizia con questa discesa che si fa silenziosa condivisione”.
Le tappe nella Forania di Sciacca
- Il 12 gennaio avrà inizio la visita alla Comunità di Montevago con la celebrazione della S. Messa alle ore 17:30 in Chiesa Madre, al termine della quale si terrà un’assemblea parrocchiale.
- Nella giornata del 13 gennaio e il 14 mattina sono previste visite ed incontri con le realtà civili, ecclesiali, associative e di accoglienza della cittadina. Nel tardo pomeriggio del 14 gennaio, dopo la S. Messa in Chiesa madre, mons. Damiano, prenderà parte alla fiaccolata che si snoderà verso il Paese vecchio in ricordo del sisma che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì Montevago e i paesi della Valle del Belìce. Nella mattinata del 15 gennaio, alle ore 11:30, nella vecchia Matrice, incontrerà il mondo istituzionale in occasione della commemorazione del sisma.
Nel pomeriggio farà ritorno ad Agrigento, per prendere parte, alla prolusione dell’Anno Accademico dello Studio Teologico “San Gregorio Agrigentino” (qui)
- Mercoledì 16 gennaio ritornerà nella Valle del Belìce per proseguire la Visita pastorale incontrando, in mattinata, gli studenti delle scuole di Santa Margherita di Belìce (vedi programma) e, dopo la santa Messa, delle ore 18:00, in Chiesa madre gli operatori pastorali della Comunità.
- Il 18 gennaio si sposterà nella Comunità di Sambuca di Sicilia per il proseguo della visita secondo un calendario ricco di incontri: Ore 10.00, nella Casa Comunale incontro con restituzioni, a seguire visita agli ospiti dell’Associazione Oasi Cana – “Centro solidali con te”: centro di riabilitazione e Integrazione per motulesi e neurolesi e poi al Centro anziani. Nel pomeriggio si intratterrà con i Catechisti, i genitori dei ragazzi di catechismo e successivamente con i membri del Consiglio Pastorale. Venerdì 19 in mattinata incontro con gli studenti e poi con gli ospiti della Casa di riposo “Il Fanciullo” gestita dalle suore. Nel pomeriggio, alle ore 16.30 l’Arcivescovo incontrerà i Ragazzi di catechismo, a seguire la S. Messa e dopo l’incontro con le Confraternite ed i membri del Cammino Neocatecumenale. Sabato 20, in mattinata Incontro con il Consiglio affari Economici, visita agli ospiti della Casa di riposo “Collegio”, alle 17.00 l’incontro con le Associazioni che operano a Sambuca per concludere la giornata con la benedizione della casa canonica della Matrice e la celebrazione della Santa Messa.
- Domenica 21 gennaio inizierà la visita a Menfi (vedi programma) con una Concelebrazione, alle ore 18:00, in chiesa madre. Nei 3 giorni successivi incontrerà gli organismi di partecipazione, le confraternite, i gruppi e le associazioni laicali. Nella mattinata nel 23 incontrerà l’amministrazione comunale e il 24 dialogherà con gli studenti dei vari istituti scolastici.
- Il 1 febbraio si sposterà a Sciacca e parteciperà alla giornata del Voto nella quale ogni anno tutto il popolo saccense esprime la propria devozione alla Madonna del Soccorso che sarà festeggiata il 2. Sempre il 2 febbraio, presso il santuario San Calogero al monte, celebrerà la Santa Messa nella Festa della Presentazione di Gesù al Tempio con le religiose e i religiosi dell’Arcidiocesi di Agrigento in occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata.
- Dal 4 al 9 e dal 14 al 16 febbraio sarà a Sciacca con un programma che coinvolgerà tutte le comunità parrocchiali, l’amministrazione e le scuole. Il 16, a conclusione della visita, nella chiesa dei Cappuccini, incontrerà i giovani di tutta la forania.