Arcidiocesi

Pasqua 2024, gli auguri dell’Arcivescovo Alessandro

Messaggio augurale per la Santa Pasqua 2024
del Vescovo Alessandro Damiano

Fratelli e sorelle nel battesimo, figli e figlie per il ministero episcopale, nel desiderio che i miei auguri di Pasqua raggiungano ciascuno di voi, vorrei, insieme a voi, mettere innanzi ai nostri occhi la scena del Vangelo che ascolteremo la Domenica successiva a quella di Pasqua, tratta dal capitolo 20 di Giovanni.
«La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù» … lasciamo per un attimo questa scena in pausa e proviamo a immaginare che cosa, naturalmente, sarebbe dovuto accadere subito dopo.
Siamo nella sera che precede la domenica; è buio e il luogo dove sono chiusi i discepoli per timore è un luogo che sicuramente ci immaginiamo tetro; l’aria che si respira è ricolma di delusione, di paura, di ansia per il futuro, di morte. Dentro questo cenacolo troviamo i discepoli, coloro che per un motivo o per un altro hanno abbandonato il Signore sulla Croce; lo hanno lasciato sul Golgota senza neanche preoccuparsi di seppellirlo, sarà premura di Giuseppe di Arimatea.
Un manipolo di codardi? Di timorosi? Perché no, anche di traditori? Abbiamo davanti a noi la scena del fallimento più eclatante di coloro che di lì a poco sarebbero divenuti i testimoni più autentici della Lieta Notizia.

Bene, fratelli e sorelle, adesso immaginiamo per un attimo di essere lì dentro. Immaginiamo per un attimo che anche noi respiriamo insieme con loro la stessa paura, lo stesso fallimento; viviamo nella stessa oscurità e, a un tratto, entra Lui, il Risorto. Cosa ci si aspetterebbe da parte di Gesù se non, magari, una piccola strigliata di orecchie o, forse, un volto deluso di chi, come Lui, ha confidato in loro ed essi, invece, lo hanno abbandonato. Ma ecco che così prosegue la nostra pagina del Vangelo: «Stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”». È la pace il primo augurio che il Salvatore porta dentro quell’oscurità. Nessun commento, nessun biasimo, nessun interrogativo, soltanto: Pace! Ecco la potenza della Resurrezione, ecco cosa è veramente Pasqua per me, per voi, per tutti. È il coraggio, a volte difficile, di entrare nei cenacoli chiusi delle nostre Vite, delle nostre Comunità, dei nostri Paesi senza puntare il dito, senza accennare agli errori, senza cercare colpevoli ma soltanto con una sola, potente, tuonante parola: Pace!

È difficile, impegnativa, forte e innovativa ma, soltanto così, potremo veramente diventare donne e uomini di Resurrezione. E allora sarà Pasqua.

+ Alessandro