Arcidiocesi

Il 9 ottobre parte il Percorso sulle Dieci Parole

Partirà il 9 ottobre alle ore 20.30 presso la Parrocchia S. Nicola (Fontanelle) ad Agrigento il percorso sulle Dieci Parole organizzato dall’Arcidiocesi di Agrigento, il Centro di Evangelizzazione Giovanni Paolo II dei Frati Minori Conventuali di Montevago e la Parrocchia S. Nicola (Fontanelle) di Agrigento.

Il cammino delle Dieci Parole è un vero e proprio percorso di evangelizzazione attraverso un ciclo di catechesi per giovani e adulti, centrata sui dieci comandamenti. Si tratta di un’esperienza rivolta a tutti, giovani in ricerca, persone che si sentono lontane (in cui si cerca di accendere il desiderio di Dio), adulti “impegnati” (che scoprono di dover rifondare la loro fede su basi più vere), coppie (che cercano una nuova partenza per il loro matrimonio) etc.

Le catechesi sono a cadenza settimanale per la durata di circa sei mesi. Il percorso prevede: 24 incontri settimanali, 6 Scrutatio (su un brano della Scrittura) alla fine di ogni comandamento (generalmente la domenica pomeriggio) e 3 Ritiri attraverso cui si cerca di aiutare i partecipanti a fare esperienza della Parola di Dio.

Abbiamo chiesto a fra’ Luca del Convento di Montevago quali innovativi contenuti vengono proposti?

Si cerca di aiutare i partecipanti a passare da una catechesi esclusivamente nozionistica che non trova radici nel proprio quotidiano, ad una catechesi esperienziale che spinge ciascun partecipante a scavare dentro di sé per ritrovare quell’immagine di Dio sepolta da tutti quei pregiudizi, false immagini e sensi di colpa che invece di elevare l’uomo alla vita dello Spirito lo chiudono in una religiosità fatta di gesti e devozioni scollegate dal suo cuore e dalla vita.

Bisogna partire quindi con una bella rincorsa per saltare l’ostacolo dei pregiudizi: infatti le prime catechesi non hanno nulla a che fare con i comandamenti. Sembrano le più “sbarazzine” e leggere (sono introduttive) ma sono quelle che nascondono tesori di sapienza serissimi che verranno rivelati e capiti solo alla fine del percorso.

L’intento è di far capire che in quella sede non si propineranno dotte conferenze, ma verranno annunciate parole che non rimangono senza conseguenze nella vita di chi ascolta. Dopo questa preparazione si passa a parlare dei veri e propri comandamenti con alcune precisazioni che hanno un fondamento esegetico.

Quindi chi partecipa avrà una formazione per i sei mesi e poi?

Questo percorso non è altro che un invito ad entrare nella Chiesa di Cristo come luogo in cui poter crescere nella fede. Chi lo conclude non può presumere di aver capito che cosa è il cristianesimo, né di avere una formazione cristiana. L’ascoltatore è passivo dall’inizio alla fine. Questa scelta metodologica ha un preciso intento: insegnare l’ascolto e la riflessione interiore.

Alla fine del percorso, che rappresenta un forte e allettante invito a intraprendere il cammino dell’esperienza cristiana, ci si trova davanti un bivio inevitabile: continuare nella formazione o fermarsi. L’invito fatto a tutti alla fine del corso è di cercare nella Chiesa, cominciando dagli ambiti più vicini e consueti (parrocchia oppure movimenti/comunità già frequentate), un ambiente formativo in cui poter continuare quello che i comandamenti hanno iniziato. Per tale motivo si chiede anche ai parroci, dove tale esperienza viene avviata, di partecipare, al fine di acquisire una nuova mentalità e creare spazi, tempi e luoghi consoni ad accogliere poi tutti quei fedeli, che terminando il percorso, chiedono di continuare ed approfondire il proprio cammino di fede. C’è bisogno di continuità e di stabilità: ogni discepolo del Signore deve riconoscersi e abitare spiritualmente nella Chiesa, per poter crescere e maturare nella fede.