Cattedrale, Il Cardinale apre la porta Giubilare: “è quella che ho aperto con maggiore difficoltà”

Il giorno di Natale, il cardinale Francesco Montenegro, ritorna a perorare – con segni e parole – la causa della Cattedrale di Agrigento.
Il segno è l’oltrepassare la soglia di una porta particolare quella che sul sagrato dell’entrata laterale della cattedrale riproduce la Porta d’Europa di Lampedusa, con l’immagine del Crocifisso che il Papa ha voluto donare alla parrocchia San Gerlando della maggiore delle Pelagie. Anche se la Cattedrale, la Chiesa madre dell’Arcidiocesi, continua ad essere “malata” e non fruibile per le funzioni religiose, non per questo non potrà essere luogo giubilare con la sua Porta Santa. Infatti, nei giorni scorsi, il parroco don Giuseppe Pontillo ha fatto costruire sul sagrato dell’entrata laterale della cattedrale una Porta che riproduce la Porta d’Europa di Lampedusa. Dopo il raduno nel coretto della Cattedrale e aver recitato una preghiera introduttiva, si è proceduto l’attraversamento della Porta segno del Giubileo della Misericordia ed in processione, l’Arcivescovo e i numerosi presenti al rito, si sono recati nella Chiesa Santa Maria Dei Greci dove l’arcivescovo, Francesco Montenegro, ha aperto la Porta ed ho presieduto la Santa Messa di Natale.
Durante l’omelia (e siamo alle parole) il cardinale ha detto: “Gli auguri che ci scambiamo questa sera sono doppi: buon Natale e buon Anno Giubilare… Onestamente vi dico – ha detto ai presenti – è stata la Porta che ho aperto con maggiore difficoltà e non perché era dura aprirla ma perché mi chiedevo è giusto che noi non abbiamo una nostra casa? Perché la Chiesa Madre (la Cattedrale ) non dobbiamo averla? E mentre spingevo la porta – ha confessato ai presenti – sentivo tristezza dentro di me. È vero che bisogna affidarsi a Dio e questo gesto lo facciamo diventare gesto di misericordia, ma questo non significa – ha detto l’Arcivescovo – che dei diritti non devono essere riconosciuti. Tutti – ha proseguito – sembrano interessati alla Cattedrale, nessuno mi dice non mi interessa, ma di fatto passano i mesi e gli anni e niente si muove nonostante le numerose promesse. Questa tristezza è mia e penso – ha detto rivolto ai presenti – sarà anche vostra, anche se non vi meravigliate se vi dico che tante volte gli agrigentini non è che hanno dato prova di sentire la necessità di una cattedrale. Per noi credenti, la Cattedrale ha un significato e ci dovremmo tenere particolarmente. È vero che abbiamo  la possibilità – ha detto ai presenti che gremivano la Chiesa Santa Maria dei Greci – di ritrovarci in questa chiesa, ma i surrogati non sono mai come quello che dovrebbe essere il prodotto vero… aspettiamo il momento di aprire la porta della Cattedrale per sentire l’abbraccio di una madre che vuole ancora continuare a parlarci di ciò che è tenerezza è amore”.
Continuando l’omelia il Cardinale ha invitato i presenti a riscoprire il Natale come la manifestazione più chiara della misericordia di Dio.
Alla Messa erano presenti anche i 6 fratelli africani, ospiti della parrocchia Cattedrale, e al termine dell’omelia l’Arcivescovo ha letto una lettera – che lui ha definito “un regalo di Natale” – che un musulmano che vive ad Agrigento gli ha indirizzato, in occasione del Natale che quest’anno per la prima volta dopo 457 anni coincide con la nascita di Maometto. “Cristiani e Musulmani – si legge nella lettera – ricordano la nascita di Gesù e di Maometto è forse questo un segno di Dio – si chiede l’estensore – perché Cristiani e Musulmani siano di fatto più vicini alla ricerca del dialogo e dichiarino unità nel valore della misericordia?… Esprimo voti perché il Natale sia davvero per tutti gli uomini di buona volontà  l’inizio di un epoca di collaborazione e di pace”.

C.P.