Chiesa madre di Terrasini: Benedetta la sepoltura di Mons. Luigi Bommarito

Domenica 19 settembre 2021, secondo anniversario della morte di mons. Luigi Bommarito, alla messa vespertina nella chiesa madre di Terrasini, è stata definitivamente realizzata la volontà espressa dal defunto arcivescovo di Catania di essere seppellito in questa chiesa da lui tanto amata. L’effettiva traslazione era già avvenuta il 31 agosto scorso alla presenza di qualche autorità e pochi parenti, ma l’arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi, che ha presieduto la concelebrazione, ha voluto, in questa assemblea liturgica festiva, tornare a ricordare l’illustre cittadino di Terrasini e figlio dell’arcidiocesi monrealese.

Cappella della Madonna di Trapani della Chiesa madre di Terrasini dove riposa mons. Bommarito

Nella chiesa madre, affollata per quanto le misure anti-covid 19 permettono, erano presenti le autorità cittadine politiche e militari, l’arciprete don Renzo Cannella, un gruppo di sacerdoti delle comunità locali e un altro gruppo di sacerdoti e laici di alcuni comuni dell’arcidiocesi di Agrigento.

All’omelia il presidente dell’assemblea non ha mancato di mettere in rilievo la personalità dell’ arcivescovo Bommarito, vissuto a servizio del Regno di Dio con carità cristiana, amabilità nei rapporti con le persone e fermo impegno nel promuovere i valori evangelici. Al termine della liturgia eucaristica, il sindaco della città Dott. Giosuè Maniaci ha manifestato la stima e la riconoscenza della comunità cittadina verso il presule defunto.

Successivamente il Dott. Gianfranco D’Anna, nipote di Mons. Bommarito, ha ricordato la figura dell’amato zio, sottolineandone alcune caratteristiche. In primo luogo ha evidenziato il dono del sorriso, particolarmente il sorriso della fede e della speranza, della generosità e del perdono. Ha ricordato pure la sua precisione e meticolosità nel governo della comunità, come anche nella preparazione dei discorsi, delle lettere pastorali. Non ha tralasciato, il Dott. D’Anna, la caratteristica del Vescovo Bommarito, da noi ben conosciuta, di arricchire i suoi interventi di aneddoti, epigrafi, aforismi, assai utili a rendere chiari e da tutti comprensibili i suoi insegnamenti.

La liturgia si è conclusa con i concelebranti e gli altri ministri davanti la cappella della Madonna di Trapani, dove la salma dall’arcivescovo riposa definitivamente, con preghiere e canti di lode a Dio e suffragio dell’illustre presule defunto, onore della città di Terrasini e pastore per dodici anni della Diocesi di Agrigento, di cui quattro come vescovo ausiliare di S. E. Mons. Giuseppe Petraliae quattordici nell’arcidiocesi di Catania.

Come nelle altre comunità diocesane di Monreale e di Catania, assai vivo resta il ricordo di Mons. Luigi Bommarito nella Chiesa agrigentina, a lui sempre molto cara anche perché sede della sua giovinezza episcopale. Per chi li ha vissuti è difficile dimenticare le tante iniziative da lui promosse e sostenute. Tra queste anzitutto la ricca e innovativa esperienza del sinodo pastorale diocesano (1979-81), iniziata da Mons. Giuseppe Petralia, di cui era vescovo ausiliare, e da lui portata a compimento.

Dall’esperienza sinodale è scaturito un piano pastorale chiaramente basato sulla ecclesiologia del Vaticano II e sostenuto da una metodologia spirituale e pastorale che, anno dopo anno, ha risvegliato e più fortemente impegnato la gran parte delle parrocchie della diocesi. In tale contesto si collocano pure la riorganizzazione degli uffici della curia vescovile, l’incremento degli organismi di partecipazione esistenti e l’aggiunta di altri, come il consiglio episcopale diocesano, istituito poco dopo la fine del sinodo.

Dal punto di vista socio-ecclesiale, tra le altre iniziative di carità, è rimasta nella memoria di presbiteri e laici del tempo quella – se si vuole inconsueta – della raccolta di indumenti usati che ha mobilitato letteralmente tutte le parrocchie al fine di mettere insieme la somma necessaria per mandare a operarsi al cuore un giovane seminarista della diocesi. Come queste, molte altre opere hanno vivacizzato la comunità diocesana, grazie all’impegno, lo zelo e la saggezza del vescovo Bommarito, dopo un periodo di dolorose contestazioni seguite, come in altre parti della Chiesa, alla conclusione del concilio ecumenico Vaticano II.

(Alfonso Tortorici)