Incontri Zonali del III modulo del PFU: la testimonianza dei missionari in Albania

Gli incontri zonali relativi al terzo modulo del Progetto Formativo Unitario previsti a marzo, aventi come tema l’identità dell’operatore pastorale, sono stati caratterizzati dalla preziosa presenza di cinque missionari che operano da diversi anni nel sud dell’Albania.

Nei cinque incontri zonali già realizzati, i missionari hanno raccontato la loro esperienza di Chiesa “nascente” in un territorio che è crocevia di diverse religioni (musulmana, ortodossa e cattolica) e cosa significa per questa Chiesa annunciare il Vangelo ad un popolo che ha subito una delle più feroci dittature comuniste del ventesimo secolo che ha annientato ogni forma di sentimento religioso e fortemente compromesso la dignità umana di intere generazioni.

Abbiamo chiesto a sorella Silvia Papalia, appartenente alla comunità delle sorelle Francescane del Vangelo che da molti anni opera nel sud-est dell’Albania, come si caratterizza la loro presenza in una zona a tradizione musulmana.

“I frati che vanno tra i non credenti non facciano liti o dispute ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani” (S. Francesco). È quello che abbiamo cercato di fare in questi quasi 20 anni di presenza tra i fratelli di tradizione musulmana. Attraverso la visita alle famiglie e la nostra presenza in mezzo a loro nei momenti particolari della vita (nascite, malattie, matrimoni, morte, feste tradizionali…) siamo entrate nel loro cuore e questo ci ha permesso un dialogo fraterno, sereno e costruttivo, tale da potere affermare quando è stato opportuno che sì, crediamo nello stesso Dio, ma quel Gesù che per loro è solo un profeta, per noi è Figlio di Dio, Dio stesso che si è fatto Uomo.

Don Giuseppe Tosi, missionario “fidei donum” della diocesi di Rimini, da quattro anni e mezzo opera in Albania assieme alla sua comunità, ci racconta la sua esperienza di presbitero…

La diocesi di Rimini nel 1993, dopo i primi sbarchi di profughi albanesi sulle coste della Puglia e dopo che la Caritas diocesana si era prodigata per accoglierne un buon numero, sentì la chiamata di portare anche il Vangelo a questo popolo martoriato. Si aprì allora una missione diocesana a Kuçova – Berat nel sud Albania e in questi 23 anni sacerdoti, religiose, laici adulti e giovani sono partiti e si sono lasciati coinvolgere in questa “avventura del Vangelo” portando sempre a casa più di quello che avevano donato. La mia esperienza di presbitero è questa: da una parte, assieme ai fratelli e alle sorelle della mia comunità, ogni giorno siamo protesi perché il Vangelo sia annunciato e testimoniato e perché chi ha accolto la fede possa crescere e nasca una comunità cristiana missionaria. Dall’altra parte dobbiamo tendere a coinvolgere ogni realtà della nostra diocesi perché il nostro andare possa suscitare in tanti lo slancio e la gioia di portare il Vangelo agli uomini e alle donne che si incontrano là dove ognuno vive. Personalmente, la gioia più grande è vedere come il Signore opera meraviglie nel cuore di chi prima non lo conosceva.

A Korça, città ortodossa, operano i “Catechisti Maltesi”, missionari laici da più di 20 anni in Albania. A David e Charlie abbiamo domandato cosa significa guidare una piccola comunità cristiana in assenza di presbiteri…

Dall’anno 2001, non c’è la presenza stabile di un sacerdote a Korça e Bilisht. Quando possibile, ne viene uno la domenica da una parrocchia, la più vicina. Deve impiegare due ore e mezzo e delle volte quattro ore (a seconda da dove viene) per arrivare a Korça; celebra la Messa e poi riparte. Allora, noi Catechisti maltesi abbiamo preso una decisione che ci è sembrata idonea per la comunità cristiana: continuare ad aprire senza interruzione la chiesa almeno due volte a settimana: il giovedì e la domenica. In assenza di un sacerdote, celebriamo la Liturgia, proclamando i brani biblici scelti dalla Chiesa, facciamo una breve omelia e distribuiamo la Comunione. Inizialmente, partecipavano poche persone; adesso c’è una comunità piccola ma soddisfacente. Una volta al mese, poi, facciamo un incontro per gli adulti in cui discutiamo un particolare tema di catechismo. Diamo importanza alla Parola, perché Essa costruisce la comunità e rafforza la fede.

Agli incontri zonali hanno partecipato più di 200 operatori pastorali delle nostre comunità che hanno apprezzato la scelta del dipartimento pastorale di tracciare la figura dell’identità dell’operatore pastorale attraverso delle testimonianze concrete di missionari che operano a vario titolo in terra di missione, piuttosto che delle catechesi.

 Giovanni Russo

https://youtu.be/E2nZRHUMjKk