Raffadali, Madonna Infermi, mons. Damiano prega per gli ammalati e ringrazia gli operatori sanitari

Domenica 10 luglio 2022, mons. Alessandro Damiano, ha celebrato la S.Messa nella Chiesa madre di Raffadali, in occasione della Festa della Madonna degli Infermi, patrona della città.

“In questa circostanza – ha detto durante l’omelia – mi sento particolarmente vicino ai fratelli e alle sorelle che sono nella malattia – mistero insondabile – presenti in questa assemblea, nelle case di questa comunità di Raffadali e in tutta la Chiesa agrigentina, nei luoghi di assistenza e di cura. Vivete un difficile momento o condizione di prova a causa della infermità e della sofferenza”. Ai tanti che gremivano la matrice –  giunti anche a piedi dai paesi vicini per sciogliere il voto – ha voluto ricordare  le parole del Messaggio ai poveri, ai malati e ai sofferenti dei Padri del Concilio Vaticano II: «Non siete né abbandonati, né inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagine». E invitando i presenti a volgere lo sguardo a Maria ha proseguito “Non accada che il venire qui in pellegrinaggio, la partecipazione alla Messa, la presenza alla processione non siano confermate, rese carne e sangue, dalla visita, dalla cura, dalla tenerezza verso quei fratelli e quelle sorelle ammalati che magari abbiamo in casa o – ahimè accade – dimenticati in un letto di ospedale o ospiti in una casa di cura”.

Cmmentando la Parola proclamata in particolare la parabola del Buon Samaritano ha chiesto ai presenti di imparare “dalle azioni dell’uomo di Dio: «vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò … si prese cura di lui». Si preoccupa del domani: «Abbi cura di lui …». Benedetto XVI – ha detto – in un suo messaggio si riferisce proprio alla figura del buon Samaritano: Si tratta quindi di attingere dall’amore infinito di Dio, attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta, come il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto e privo di risorse.

L’immagine della Madonna degli Infermi, venerata a Raffadali

Ciò vale non solo per gli operatori pastorali e sanitari, ma per tutti, anche per lo stesso malato, che può vivere la propria condizione in una prospettiva di fede: «Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore» (Enc. Spe salvi, 37).

In questa occasione mons. Damiano ha voluto rivolgere un pensiero di riconoscenza e di incoraggiamento a tutti gli operatori sanitari – medici, infermieri, operatori socio sanitari, assistenti al benessere della persona, alle associazioni di volontariato.

“L’esperienza della pandemia da covid-19  – ha detto – è stata una prova impegnativa che ha messo a dura prova persone strutture. Grazie. Ci ricorda Giovanni Paolo II «In tutti possa crescere la consapevolezza che nell’accoglienza amorosa e generosa di ogni vita umana, soprattutto se debole e malata, la Chiesa vive oggi un momento fondamentale della sua missione» (Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Christifideles laici, 38).

Affidiamoci – ha concluso –  all’intercessione della Santissima Vergine Maria, che qui veneriamo Madonna dei malati, affinché accompagni sempre l’umanità sofferente, in cerca di sollievo e di ferma speranza, aiuti tutti coloro che sono coinvolti nell’apostolato della misericordia a diventare dei buoni samaritani per i loro fratelli e sorelle provati dalla malattia e dalla sofferenza”.