Favara: È morto padre Profeta, «Saggio e umile uomo di Dio»

L’8 giugno, a Raffadali, dove si trovava da poche settimane, in una casa di cura, gestita da suoi ex ragazzi dell’oratorio parrocchiale, che lo hanno amorevolmente assistito, si è ricongiunto con il suo Signore, concludendo il suo viaggio terreno all’età di 81 anni e 55 di sacerdozio,don Pietro Profeta.

Era nato a Favara il 10 gennaio del 1939 ed ordinato presbitero, nella Cattedrale di Agrigento, il 4 luglio del 1965, da mons. Giuseppe Petralia. Il suo ministero lo aveva quasi interamente espletato a Favara da parroco della parrocchia San Calogero fin dal 1 luglio del 1987, comunità che fino alla fine, anche con l’arrivo del nuovo parroco, don Michele Termini, ha continuato a servire come confessore e punto di riferimento per tanti che in lui avevano una guida spirituale saggia e umile, sempre pronto all’ascolto e disponibile. Per tutti aveva una parola di conforto e di sostegno.Sempre a Favara, dal 1973 al 1987, era stato parroco della parrocchia della B.M.V. dell’Itria e prima ancora, dal 1965 al 1973, viceparroco all’arciprete mons. Vincenzo Restivo, nella Chiesa Madre di Canicatti.

I funerali sono stati celebrati martedì 9 giugno, presieduti dall’arcivescovo, Francesco Montenegro, nella Chiesa Madre di Favara. I suoi concittadini, prima dell’arrivo del feretro in chiesa, lo hanno accolto, con tanti lenzuoli bianchi appesi ai balconi e con cartelli con scritte di affetto e stima. La matrice, pur essendo una delle chiese più grandi dell’Arcidiocesi, in ossequio alle disposizioni vigenti per l’emergenza sanitaria in corso, ha potuto ospitare solo una piccola rappresentanza tra i presbiteri e i laici delle comunità che don Pietro ha servito, impedendo a tanti altri di prendere parte alle esequie.

L’Arcivescovo, nell’omelia, più volte interrotta da battimani, lo ha ricordato come presbitero a tempo pieno, uomo di preghiera, in ascolto della Parola e della sua gente; innamorato di Cristo e della Chiesa, pastore, mite, disponibile e buono; l’amico, il fratello, il padre e il nonno che, fino all’ultimo, per come ha potuto, si è fatto compagno di strada di quanti ha incontrato nel suo lungo e generoso  ministero presbiterale.

“Ha saputo – scrive don Diego Acquisto – con la grazia di Dio, costruire giorno dopo giorno nei posti dove è stato una comunità viva, ricca di positivi fermenti, con laici che bene si inseriscono anche nel lavoro comunitario interparrocchiale, coordinato dal Consiglio pastorale cittadino”.

Al termine delle esequie ha preso la parola Salvatore Fazio, cresciuto e formatosi nella parrocchia San Calogero. Fazio lo ha ricordato come “saggio e umile uomo di Dio. Nelle ultime espressioni – ha detto – durante la Santa Messa celebrata proprio pochi giorni fa con gli ammalati, pur nella sofferenza e quasi immobilizzato, ha ribadito un messaggio che è stato il suo stile di vita: Essere sempre docili alla volontà di Dio. Sempre. È stato padre spirituale per generazioni […] ha suscitato innumerevoli vocazioni a servire il Signore. Ci ripeteva sempre: non tocca a me raccogliere i frutti. Ma  noi sappiamo quanto siano già prosperi i primi raccolti di questi buoni semi piantati. Grazie per la disponibilità oltre misura, la capacità di ascoltare, confortare, sostenere i bisognosi, dare fiducia, vedere e valorizzare i doni di ognuno con fiducia e lungimiranza che hanno generato una vivace e feconda comunità parrocchiale […] ha completato il suo percorso terreno, morendo, come don Milani, proprio tra la braccia dei suoi ragazzi, espressione viva della comunità parrocchiale di San Calogero che tanto l’ha amato in tutti questi anni. Grazie don Pietro, ministro di Dio che non si è mai risparmiato nell’impegno pastorale e nel suo sacerdozio di cui siamo infinitamente grati al Signore”.  A seguire il ricordo di don Miche Termini parroco che, nel 2016, è subentrato a don Pietro, nel servizio pastorale, alla parrocchia San Calogero. “Di don Pietro – ha detto, don Michele – mi porto nel cuore la forza nell’amore del Signore nella sua vocazione sacerdotale fino alla fine. Ha lasciato un segno indelebile nella chiesa e nella comunità ecclesiale di Favara, soprattutto nell’ultimo periodo continuando a celebrare la Santa Messa la mattina e come confessore nella parrocchia San Calogero e nella parrochia San Giuseppe Artigiano. Sacerdote mite umile, fino all’ultimo. Grazie don Pietro hai dato il tuo cuore alla parrocchia San Calogero e alla Comunità di Favara e, nel Regno dei Cieli, felice dove tu sei, adesso prega per noi”.

Al termine della Messa sono stati i presbiteri di Favara a voler portare, a spalla il feretro del confratello al carro funebre per il suo ultimo viaggio verso cimitero cittadino dove riposerà, mentre la gente presente in chiesa e in piazza, con un lungo applauso e con volti rigati dalle lacrime lo salutava.

Carmelo Petrone