Primo maggio, il Cartello Sociale: “coniugare lavoro e sostenibilità, economia ed emergenza sanitaria”

In occasione del primo maggio, il Cartello Sociale della Provincia di Agrigento, composto dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi e dalle Segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL ha diramato un messaggio nel quale scrivono come “il  primo maggio ha da sempre rappresentato e per la Chiesa con la Dottrina Sociale della Chiesa e per i Sindacati confederali , un giorno che si ricorda e ci ricorda la centralità dell’uomo del lavoro. Diceva Giovanni Paolo II, nella Laborem Exercens – continua il messaggio – che “attraverso il lavoro l’uomo diventa più uomo e… vive la sua dignità in pienezza…”, per questo – dicono –  in tempo di emergenza socio-sanitaria seguita alla diffusione del Covid-19  porta con sé una nuova emergenza economica, che vede la sua centralità proprio nella necessità di ripensare in modo nuovo tutte le categorie della nostra vita socio-economica compreso il mondo del lavoro. Nulla sarà come prima soprattutto per il mondo del lavoro, che ha prima rallentato e poi ha visto fermare le proprie attività, con il serio rischio che grava su molti lavoratori e molte lavoratrici. In un contesto come quello della nostra Sicilia e della nostra  provincia, già problematico per sua natura, la crisi sanitaria e quella economica gravano sensibilmente sulla qualità e sulla dignità del lavoro, generando purtroppo una quantità rilevante di persone «scartate» e di <<nuove povertà>> che ci interpellano e ci spingono a ripensare il nostro essere “tutti commessi” e tutti bisognosi, gli uni degli altri. Le dimensioni del problema non sono più percepibili correttamente con le tradizionali statistiche di occupazione e disoccupazione, perché il lavoro spesso è precario, sottopagato, temporaneo.

‘Nessuno deve perdere lavoro per il coronavirus’  è stato lo slogan ripetuto all’indomani della crisi”. Per il Cartello è fondamentale che questo appello abbia successo, evitando le conseguenze negative di breve e medio termine ed è per questo che, sostengono, “vanno subito adottate misure concrete e rapide di aiuto a famiglie ed imprese che siano adeguate a proteggere tutti, soprattutto guardando alle categorie più fragili e meno tutelate, che sono i nuovi poveri del nostro tempo.   una particolare riflessione va fatta nei confronti di tutte quelle categorie che oggi più che mai non solo non stanno tornando a lavorare ma non hanno nessun aiuto concreto per sopravvivere assieme alle loro famiglie…

Il pensiero del Cartello  va anche  “a tutti coloro che sono stati costretti a lavorare in nero perché nessuno li assumeva o ai piccoli artigiani che vivono di lavoro di contatto e che oggi ancora di più sono in grave difficoltà.Grande, come sempre è la catena di solidarietà che è da sempre viva nel tessuto culturale della nostra terra, tantissime le realtà che si stanno muovendo a sostegno dei più bisognosi, ma ci sono tante categorie che, o per dignità o per vergogna del dover chiedere, sono in seria difficoltà e abbisognano dell’intervento di tutti coloro che possiamo e dobbiamo fare qualcosa.

Provvedimenti non più procrastinabili anche per quanto riguarda le condizioni sul luogo di lavoro. Gli operatori nel settore alimentare e della logistica hanno assicurato anche nei giorni della crisi beni e servizi necessari per il resto del paese, lavorando in condizioni difficili e non sempre di sicurezza. Per non parlare degli eroi di questa emergenza, il personale medico e sanitario, professionale e volontario, che, mettendo a rischio la propria vita   ha assicurato cure e assistenza alle vittime della pandemia.. La sfida che abbiamo di fronte – dicono – è imponente e pertanto richiede l’impegno di tutti. C’è una missione comune da svolgere nelle diverse dimensioni del nostro vivere come cittadini che partecipano alla vita sociale e politica e anche come utilizzatori dei nuovi mezzi di comunicazione. Questo chiede a tutti di dare un contributo alla costruzione di un modello sociale ed economico dove la persona sia al centro e il lavoro più degno.

Oggi – concludono –  siamo chiamati a coniugare lavoro e sostenibilità, economia ed emergenza sanitaria ed è in questa prospettiva che ci apprestiamo a celebrare la Festa del 1° maggio di quest’anno”.