Montenegro agli scout: siate simpatici, coraggiosi, ottimisti e tenaci

Un evento nella Valle dei Templi con il cardinale Francesco Montenegro  ed una raccolta per donare un’opera di misericordia, nell’anno del Giubileo, alla Caritas diocesana, sono queste le due iniziative principali che l’Agesci – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani – con le due zone presenti nella diocesi di Agrigento (Zona concordia e Zona delle Torri) ha scelto di portare avanti per ricordare la nascita dello scautismo cattolico. Domenica 5 giugno gli scout di tutta la diocesi si sono incontrati insieme nella Valle dei Templi  per un momento di festa e di riflessione che è culminato nella celebrazione della Messa presieduta dal card. Francesco Montenegro e concelebrata da tutti gli Assistenti Ecclesiastici dei gruppi scout.

Durante l’omelia il cardinale si è chiesto: «Essere Scout che vuol dire?» E, in modo creativo, ha risposto che «nella parola “SCOUT” ci sono i segreti per restare vivi» e facendo lo spelling della parola SCOUT ha indicato degli atteggiamenti che devono contraddistinguerli.

S come simpatico. «Lo scout – ha detto – deve essere una ragazzo simpatico. E per essere simpatici dovete essere dei ragazzi frizzanti, con cui è bello stare è ragazzi capaci di avere una gioia vera a 24 carati che viene dall’essere amici di Gesù. Non vergognatevi mai di Lui – ha proseguito – sia Lui la vostra gioia».

C di coraggiosi. «Che non significa essere muscolosi ma avere il cuore che batte. La parola coraggio – ha ricordato il Cardinale – significa agire col cuore (cor – agire). Sarete dei veri scout – ha proseguito – se oltre a sapere fare tutti i nodi e costruire un altare con quattro assi di legno, sarete capaci, superando ogni difficoltà, di agire col cuore per guardare lontano senza accontentarvi delle piccole cose. Il mondo – ha detto – non è grande quanto Agrigento e lo scout deve avere una vista capace di guardare i confini del mondo».

O di ottimisti. È l’altra parola che il cardinale ha consegnato agli scout dell’Arcidiocesi di Agrigento ricordando che «per noi cristiani l’ottimismo si chiama speranza».

U di uguaglianza. «Siate uomini e donne capaci di vivere costruendo uguaglianza e di riconoscere in ogni fratello e sorella la carne di Cristo».

T di tenacia. «Tenace – ha detto il Cardinale – è chi si prefissa un traguardo e cerca di raggiungerlo. In questo territorio dove tutti rallentano dovete essere capaci di coniugare nella vita e nelle scelte di ogni giorno il verbo “io posso”».