Migranti “abbandonati” dalle istituzioni. Una nota del direttore della Caritas

Ancora migranti “abbandonati” – è proprio il caso di dirlo – a se stessi in esecuzio ne di disposizioni che neanche la legge più fredda prevede.

Si è ormai definita la prassi di accompagnare i migranti (in arrivo a Porto Empedocle e destinatari di un provvedimento di respingimento differito) presso stazioni dei treni o dei bus perché adempiano volontariamente all’invito a ritornarsene in patria entro il termine di 7 giorni.

Si dirà: “Se sono entrati irregolarmente è giusto che se ne vadano perché la legge italiana va rispettata da tutti!”. A parte le questioni di diritto che porterebbero a definire come illegittima la veloce procedura che porta al respingimento differito – argomento che stiamo sollevando presso le più competenti sedi – ci si chiede dove sia l’opportunità e quali siano le motivazioni che spingono le Istituzioni ad abbandonarli nelle stazioni dell’entroterra pur sapendo perfettamente che non sarà loro possibile prendere il treno senza un biglietto che certamente non potranno acquistare.

È poi verosimile che, dopo aver attraversato deserto, violenze di ogni tipo e aver rischiato la morte, i migranti decidano di rientrare volontariamente in patria? Con quali soldi, poi? Sono ormai a centinaia le persone transitate dalla nostra provincia, respinte e ormai ufficialmente clandestine senza diritti. Molti hanno presentato ricorso, tanti si sono affidati a trafficanti locali per proseguire il loro viaggio senza speranza.

Ieri notte l’ennesimo abbandono, questa volta alla Stazione di Aragona Caldare, luogo fuori mano e lontano da occhi indiscreti. Il gruppo di migranti ha iniziato il suo cammino verso Agrigento, fermandosi all’Ospedale San Giovanni di Dio per cercare riparo. Stamattina erano in centro città. Anche per loro inizierà adesso il difficile percorso di ricerca di un alloggio, di cibo, vestiti, di assistenza legale.

Facciamo un caloroso invito alle Istituzioni agrigentine, perché rivedano questa prassi di abbandono e si attivino per una presa in carico integrale di quanti continueranno a sbarcare sulle nostre coste. Non si chiede una deroga alla legge, ovviamente, ma una sua piena attuazione nel rispetto della dignità dell’individuo.

Valerio Landri
Direttore Centro per la Carità – Arcidiocesi di Agrigento