L’arcivescovo Francesco in Visita Pastorale a Santa Elisabetta

Dopo la fase preparatoria, curata nei giorni precedenti dai Convisitatori, sabato 29 aprile 2017 è cominciata con la Celebrazione di apertura la Visita Pastorale del vescovo Francesco nel paese di santa Elisabetta.

Il parroco don Giuseppe Gelo e il sindaco arch. Domenico Gueli hanno rivolto all’Arcivescovo il saluto della comunità ecclesiale e civile, tracciandone il volto e rappresentandone le attese legate alla visita del Pastore. L’inizio della visita pastorale è occorsa con felice coincidenza con il 17° anniversario di Ordinazione del Vescovo Francesco.

Don Giuseppe Gelo, da appena un anno parroco di quella comunità così ha esordito: “Augurarle solo il benvenuto è troppo poco. In fondo questa è la sua casa, questa è la sua gente, cioè la porzione del popolo di Dio che le è stata affidata. Dovremmo dirle piuttosto: Benvenuto a casa. Questa famiglia ha saputo attendere questo momento carico di gioia e di speranza. Verso questo popolo la sua visita pastorale sarà proficua. Con autorevolezza lei compie la visita pastorale per confermarci nella fede. Tante sono le domande che sono state poste circa il senso e la finalità della sua venuta qui fra noi. La risposta è stata sempre una: il vescovo viene perché ama il suo popolo e desidera gioire come un fratello nella fede in Gesù Cristo che visita le famiglie”.

Il parroco di Santa Elisabetta ha poi presentato la preoccupazione dell’evangelizzazione e le attenzioni privilegiate verso gli adolescenti, l’impegno per il risveglio del laicato, la varietà ministeriale e la diffusa indifferenza. Ha concluso ricordando la professione di fede di Pietro perché, con il Vescovo, il popolo possa esprimere la propria dichiarazione di piena fiducia a Cristo.

Il sindaco Gueli, da parte sua, con gioia ed emozione rivolgendosi al card. Montenegro, ha ringraziato per l’attenzione che il pastore agrigentino ha riservato a Santa Elisabetta negli anni del suo ministero. La visita è l’occasione favorevole per consolidare ed intensificare e incrementare un rapporto che in questi anni è stato intenso e proficuo. “La sua presenza è la presenza del Signore”. Parole di stima e affetto sono state anche rivolte verso il parroco da parte del sindaco che così ha proseguito: “avrà modo di sentire ansie, problemi, gioie ed attese della comunità, desiderosa di ascoltare il contributo di idee e di sentire parole salvifiche. Caro don Franco, la nostra è gente laboriosa, di profondi sentimenti religiosi, segnata dal dramma e fiaccata e indebolita dall’emigrazione. “Continuo e grande è il lavoro e l’impegno per costruire il futuro dei figli dei giovani e l’Amministrazione ha cercato di garantire i servizi e sbocchi occupazionali, anche piccoli”.

Il primo cittadino ha poi proseguito indicando altri snodi della difficile vita di un piccolo comune e della buona politica, con preciso riferimento al principio di solidarietà e alla presenza delle associazioni di volontariato e comunità di accoglienza. «“Non ci lasciamo rubare la speranza, come dice papa Francesco”», ha chiosato il primo cittadino, che ha poi proseguito: «Ci auguriamo che il nostro pastore ci aiuti ad affrontare le difficoltà quotidiane, per la crescita dei nostri figli e della nostra città. Lo facciamo con speranza mentre ci affidiamo alle sue preghiere». Prendendo la parola, il vescovo ha ringraziato per il saluto, l’accoglienza e la preparazione. “Un piccolo luogo dove certo ci sono i problemi, ha sottolineato, ma dove si vive la solidarietà”. E ha poi proseguito: “Don Giuseppe ci ha parlato in positivo di ciò che la comunità fa. Il sindaco ha innalzato un grido. Il grido che, di questa terra agrigentina, diventa più forte quando la comunità si mette allo specchio. Ma il sindaco ci ha parlato anche di speranza. Ed io ho avuto l’immagine del ragazzo che offrì i suoi cinque pani e pochi pesci. Il coraggio di quel ragazzo ha permesso che la folla fosse sfamata. Di questa speranza ha parlato il sindaco. Quel poco che si mette, a volte grande appena quanto un seme, può diventare un albero. Questa speranza sono venuto a consegnarvi, come un padre con i figli. Sono venuto a camminare con voi, ci racconteremo e le nostre storie diventeranno preghiere. Ecco, anche quanto ci ha detto don Giuseppe sono come semi, ma tanti altri puntini luminosi ci sono attorno a noi. Apriamo le imposte e consentiamo alla luce di entrare. Come i discepoli di Emmaus, percorriamo anche noi questo tratto di strada con la certezza che il Signore Gesù è la nostra forza. Iniziando la visita ci stringiamoci perciò, fra noi e con papa Francesco, come dandoci le mani. Egli ci insegna che stringendoci e dandoci la mano qualcosa può cambiare. Rassicurati dalla presenza di Maria, certi che il Padre non ci abbandona e che una famiglia ci accoglie, ora possiamo pregare”. L’assemblea si è quindi raccolta in preghiera per la celebrazione dei Vespri, a cui ha fatto seguito la festa della comunità. I bambini e i ragazzi dell’oratorio hanno intrattenuto gli intervenuti con uno spettacolo, nel quale hanno raccontato al Vescovo, attraverso il linguaggio della musica e della rappresentazione mimica, alcuni momenti salienti della tradizione sociale, culturale e religiosa del paese.

La Visita è proseguita martedì 2 maggio con un’intensa giornata di incontri.

Alle 9.30 si è svolta l’assemblea con i rappresentanti delle Istituzioni e delle varie realtà che operano nel territorio. A partire dagli elementi raccolti attraverso la lettura del territorio, è stato offerto al Vescovo un quadro approfondito delle dinamiche sociali che interessano la comunità sabettese. In particolare ci si è concentrati sugli effetti del vertiginoso calo demografico registrato nell’ultimo decennio e su quelli legati ai flussi migratori, sia in uscita sia in entrata, che stanno ridisegnando la fisionomia della popolazione e ne stanno modificando le consuetudini e gli interessi prioritari. Tra i dati più significativi è emerso quello della drastica riduzione della fascia di età media, compresa tra un elevato numero di anziani e un modesto numero di bambini e ragazzi, insieme a una considerevole presenza di stranieri, ospitati in due centri di accoglienza. Il confronto si è concentrato in particolare sulle responsabilità che in un contesto così complesso competono alle forze istituzionali e alle agenzie educative presenti nel territorio, le quali sembrano agire già con grande intesa e profonda sinergia, nonostante la richiesta, rappresentata da più parti, di una maggiore capacità di progettualità comune.

Dopo l’assemblea l’Arcivescovo, accompagnato da alcuni rappresentanti della Parrocchia e dell’Amministrazione Comunale, ha fatto visita a una struttura sanitaria, ad alcuni ammalati e a una famiglia che ha recentemente subito un grave lutto. Sono stati momenti densi di emozione, nei quali don Franco ha avuto parole e gesti di consolazione nei confronti di chi deve fare i conti con la sofferenza nelle sue svariate forme.

Nel pomeriggio è stata la volta di alcune realtà produttive e dei due centri di accoglienza per extracomunitari. Anche questi incontri sono stati segnati dalla prossimità nei confronti di chi si impegna, con iniziative di imprenditoria e di solidarietà, per promuovere il bene della collettività.

Dopo la Messa c’è stato un secondo momento assembleare aperto a tutti, che ha visto la partecipazione attiva di una buona rappresentanza della comunità. Dopo un breve resoconto dell’assemblea del mattino, il Vescovo ha avuto modo di ascoltare il punto di vista della gente, che ha liberamente espresso il suo parere in merito alla vita comunitaria, alle sue luci e alle sue ombre.

La Visita si è conclusa sabato 6 maggio. Nel pomeriggio l’arcivescovo Francesco ha fatto visita agli ospiti di tre comunità per disabili e anziani e alle ore 19 ha presieduto la Celebrazione Eucaristica.