Landri ai volontari Caritas: “quello della misericordia diventi il nostro stile”

Il occasione della Quaresima 2016 il direttore del Centro per la Carità dell’Arcidiocesi di Agrigento, Valerio Landri ha indirizato un messaggio ai volontari delle Caritas parrocchiali. Ecco il testo integrale.

 

Carissimi volontari,
siamo in pieno anno giubilare dedicato alla Misericordia. Le porte sante sono ormai spalancate, insieme alle porte che conducono alle opere di misericordia – corporale e spirituale – che il Vangelo ci invita ad attraversare ogni giorno. Sta solo a noi scegliere di approfittare di questa straordinaria occasione di riconciliazione e ricominciamento.

Il tempo di Quaresima che è appena iniziato ci porterà alla Pasqua, il mistero centrale della nostra fede: la morte è vinta per sempre e tutto (dentro e fuori di noi) è riorientato alla vita eterna; il peccato è vinto dalla grazia; il perdono sana le ferite dell’odio.

Con questa consapevolezza, ogni giorno, torniamo ai nostri servizi, ci confrontiamo con chi vive nel bisogno e si aspetta da noi aiuto, comprensione, speranza.

Solo la certezza della Resurrezione può darci la forza necessaria per andare avanti anche se spesso ci confrontiamo con il limite dei nostri mezzi, inadeguati ai bisogni della gente che ci sta accanto e che da noi si aspetta tanto … forse troppo! È Gesù che salva il mondo, non noi. A noi il compito di dare il nostro massimo e di lasciare che sia Lui a compensare il nostro limite. Per questo è importante che nella nostra vita la preghiera abbia il giusto spazio: è quello il momento per ritrovare il senso del nostro servizio, per dialogare con Dio e affidarGli persone e situazioni che ci hanno fatto sperimentare il nostro limite umano.

Il mistero della morte e resurrezione di Cristo è ciò che, come cristiani, siamo chiamati a vivere ed annunciare. Innanzitutto a vivere nella nostra vita. Vivere da risorti non è cosa facile, ma – allo stesso tempo – è l’unica via che è consentita al cristiano ed è la condizione per cui il nostro annuncio del Vangelo non sia ipocrita. Ciò può comportare scelte decisamente orientate – nonostante le nostre fragilità – alla sobrietà di vita, alla condivisione con il povero, all’incontro con lo straniero … in una parola, alla Misericordia verso ogni uomo, chiunque esso sia.

Inoltrandoci nell’anno della misericordia – se vorremo approfittarne – avremo l’occasione di riconciliarci con noi stessi e con Dio: ciò potrà metterci nel cuore una Pace profonda, che non è quiete, però, ma stimolo all’azione. L’uomo che ha nel cuore la Pace di Dio non si dà pace finché non l’ha trasmessa intorno a sé.

Sappiamo tutti molto bene quanto il mondo abbia bisogno di tutto questo! Facciamo ogni giorno esperienza dell’inquietudine della povera gente, del loro desiderio di liberazione, del loro bisogno di Misericordia, che si traduce in quelle opere di misericordia corporale (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, visitare i carcerati e gli ammalati, ospitare i pellegrini e seppellire i morti) e spirituale (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti) che sono ormai nostro pane quotidiano, azioni che ci è dato la grazia di compiere ogni giorno in ragione del nostro servizio in Caritas.

Il nostro vescovo, nella sua ultima Lettera Pastorale, scrive: “Il motto dell’anno giubilare – Misericordiosi come il Padre – esprime l’esigenza di tornare alla fonte dell’amore più vero, quello di Dio, che «dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio» (Misericordiae Vultus n.16). È questa totalità, definitività, gratuità e libertà di dono, che ha in Dio la sua sorgente e il suo modello, a definire il nostro sguardo di figli e di discepoli”.

Comprendiamo allora che il significato della Quaresima non può esaurirsi in piccole o grandi penitenze, astinenze, fioretti che esauriscono il loro senso con la Pasqua. Occorre lasciare che quello della misericordia diventi il nostro stile di vita permanente, perché l’affamato, l’assetato, il pellegrino ci entrino nel cuore e ci richiamino alla loro custodia integrale.

Se avremo questo ben chiaro, allora saremo realmente annunciatori della Misericordia di Dio che è Padre, compagno, vicino e custode.

Buon cammino quaresimale e Santa Pasqua di resurrezione. Il Signore vi benedica.

Valerio,
Direttore Centro per la Carità