Lampedusa e Calais, così lontane e così vicine

Calais e Lampedusa, due avamposti dell’immigrazione oggi. Due città distanti 3000 chilometri ma molto vicine per il loro protagonismo nella storia migratoria recente. Lo ricordano i vescovi di Arras (dove ricade Calais), Jean Paul Jager, il presidente di Migrantes, il vescovo Guerino di Tora, e l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro (nel cui territorio ricade Lampedusa) al termine di tre giorni di incontri (dal 21 al 23 settembre 2016) a Lampedusa in occasione della festa della Madonna di Porto Salvo, patrona dell’Isola.
L’incontro tra le due città, è diventato una occasione per ricordare che l’attuale crisi migratoria non è un affare di pochi, ma riguarda tutti  e l’Unione Europea in prima persona. La sfida è complessa e non troverà soluzione se ci fermiamo soltanto al punto di vista locale/nazionale. Occorre uno sforzo comune e una risposta articolata su vari fronti e in varie tappe, iniziando dalla prima accoglienza fino ad arrivare all’integrazione della persona migrante nella società che la accoglie”, si legge in una nota diffusa ieri sera al termine dell’incontro voluto dalle Migrantes di Francia e Italia e dalla diocesi agrigentina.  Ad accompagnarli c’erano anche mons. Gian Carlo Perego, direttore della Migrantes, padre Carlos Caetano, direttore del Servizio Nazionale di Pastorale Migratoria della Conferenza Episcopale Francese e don Ferruccio Sant, coordinatore delle Missioni Cattoliche Italiane in Francia.
Per i partecipanti i momenti di condivisione vissuti tra le due delegazioni, “molto più di un simbolo, sono stati un forte richiamo a non dimenticare la cultura dell’incontro e del dialogo” e rappresentano “un invito a riscoprire lo spirito di apertura,  di libera circolazione che a suo tempo aveva ispirato il progetto dell’Unione Europea e che oggi purtroppo tende ad affievolirsi in vari stati membri, Italia e Francia incluse”. Le due delegazioni hanno visitato l’hot spot di Lampedusa e pregato sulle tombe dei migranti morti in mare.
Il parroco dell’isola don Mimmo Zambito ha evidenziato come “Calais e Lampedusa, nel passato sono stati collocate al confine di mondi in contrasto, terre di occupazione, di guerre e di morte.  Il legame ideale, è l’ennesimo appello, speriamo non fra gli ultimi, alla riconsiderazione della comune cittadinanza europea e al rischio che la tragedia delle morti in mare e del respingimento di quanti fuggono dalla violenza e dalla fame, non sia il naufragio dell’Europa dei popoli e dei loro diritti, diritti da promuovere mai separandoli dai diritti della individua persona. Erigere muri, non fermerà donne e bambini, genti e popoli alla ricerca della felicità nel compimento del progetto di vita”.
Durante una liturgia eucaristica, in occasione della Festa della madonna di Porto Salvo, Mons. Jaeger  ha detto di essere venuto a Lampedusa per dire “grazie per la vostra testimonianza di accoglienza a chi fugge da guerre, disastri ambientali, persecuzione politica e religiosa e dal terrorismo” sottolineando che “da Lampedusa e Calais viene il grido forte di un’altra Europa, della solidarietà e non di nuovi muri, che raccolga nelle storie dei migranti il desiderio di un futuro migliore”.

Raffaele Iaria