I nostri missionari ci scrivono: questa settimana padre Gaspare dal Congo

Che bello ricevere lettere da chi, a nome nostro, sta portando il Vangelo in Terre lontane!

Sono 24 i missionari agrigentini in Terra di Missione. Molti appartengono a Istituti Religiosi o Secolari, alcuni sono laici, altri Fidei Donum… ma tutti accomunati dall’impegno di annunciare la Buona Notizia del Vangelo e promuovere la Dignità di ogni persona.

Papa Francesco alla chiusura della Porta Santa dell’Anno della Misericordia ci ha detto che: la Porta Santa è stata chiusa ma la Misericordia di Dio non viene mai meno. Rimane con noi e in noi, e ci chiede di raggiungere con noi ogni angolo della terra per abbracciare ogni uomo e donna.

I missionari agrigentini sono questo abbraccio al mondo e manifestano la Misericordia-Tenerezza di Dio alle tante persone che incontrano ogni giorno. Essi portano loro anche la nostra carezza! Un grazie grande a loro che sono l’espressione della missionarietà della nostra Chiesa Agrigentina e annunciano il Vangelo anche a nome nostro. Li accompagniamo con la preghiera e l’amicizia. Ma soprattutto ci accingiamo a leggere le notizie che ci invieranno per innamorarci sempre più del Vangelo e della Missione… e della nostra Chiesa!

Il Piano Pastorale di quest’anno invita la nostra Diocesi a mettersi in viaggio “Verso l’altra Riva”… per divenire una Chiesa decisamente aperta, che si mette accanto alle povertà del suo territorio ma che si preoccupa anche delle problematiche del mondo intero. Questo il nostro sogno: che la Chiesa Agrigentina diventi una Chiesa più missionaria e che si impegni perché il Regno di Dio si realizzi ovunque.

Siamo invitati ad un vero salto di qualità: non più una Chiesa ripiegata su sé stessa e preoccupata solo delle sue problematiche ma una Chiesa che cammina sulle strade del mondo partendo dalle nostre periferie. A loro che, ogni giorno, colgono come il Regno di Dio si realizza in mezzo all’Umanità, abbiamo chiesto di condividere con noi le loro esperienze missionarie per aiutarci a vedere che la Tenerezza di Dio avvolge tutti e tutto nonostante che il nostro mondo sia invaso da tanta sofferenza e ingiustizia.

Buona lettura a tutti e a voi missionari agrigentini vi chiediamo con forza “Fateci avere vostre notizie perché la nostra Chiesa Agrigentina si senta partecipe del vostro andare sulle strade del mondo”.

sr M. Teresa Traina

Butembo 7 dicembre 2016.

Carissimi amici della missione, siamo nel tempo di Avvento che liturgicamente ci prepara alla celebrazione del Santo Natale e il mio pensiero ricorre a voi che ci sostenete con la preghiera, l’amicizia fraterna e la solidarietà nella condivisione.

Sono profondamente convinto che la potenza della preghiera che voi elevate al Signore per i missionari e l’opera evangelizzatrice è la nostra forza nel perseverare in mezzo a un popolo angosciato a causa dei continui massacri e di un avvenire fosco e tenebroso per una politica del potere a tutti i costi.

Intanto siamo riconoscenti a Papa Francesco per il suo richiamo forte del 15 agosto per “il silenzio vergognoso” su ciò che succede in questa regione del NORD-KIVU; siamo riconoscenti della visita del Nunzio Apostolico che si era recato sul luogo del massacro del 13 agosto, e della visita di una delegazione di vescovi congolesi, che hanno rallentato i massacri di povera gente inerme. Come religiosi e religiose della diocesi, di cui io e una suora ne siamo i presidenti, abbiamo inviato al Papa un nostro rapporto manifestando oltre che l’insicurezza in cui vive la popolazione, anche la difficoltà pastorale di recarci in alcune zone del territorio diocesano per seguire le comunità cristiane. Da parte della Segreteria di Stato del Vaticano abbiamo avuto risposta assicurandoci la prossimità del Papa oltre che vari interventi per arrivare a una soluzione pacifica. Da pochi giorni abbiamo risposto ringraziando per la prossimità del Papa e la sua preghiera.

Grazie alle offerte che alcuni di voi ci avete mandato e a quanto noi religiosi e religiose qui abbiamo condiviso, in occasione della giornata di preghiera per la giustizia e la pace, e di digiuno per una solidarietà con i riscappati dai massacri, vissuta il 19 ottobre, abbiamo provveduto all’acquisto di cibo per diverse famiglie di rifugiati accampate in tre zone della diocesi, al Nord, al Centro e al Sud.

Sabato 3 dicembre sono andato a benedire la prima pietra per un centro socio psicologico che come religiosi e religiose stiamo costruendo per poter accogliere e curare quanti sono traumatizzati a causa della lunga guerra e dei massacri. Qui ci è venuto in aiuto la Conferenza Episcopale Italiana finanziandoci la costruzione. La nostra partecipazione alla costruzione di questo centro sta nell’aver già fatto alcuni forni di mattoni che sono pronti per alzare le mura una volta fatta la fondazione di pietre. Sarà una delle opere di misericordia dei religiosi e religiose della diocesi di Butembo-Beni come segno dell’anno giubilare della misericordia.

Da qualche tempo seguiamo i ragazzi di strada, ragazzi scappati dai loro villaggi a causa delle insicurezze, e quindi si ritrovano in città senza la loro famiglia bivaccando qua e là senza una fissa dimora. Alcuni, 16, quest’anno, per la prima volta, stanno seguendo dei corsi di recupero, e hanno trovato alloggio in una casa messa a disposizione delle suore Oblate dell’Assunzione. Altri, 20, al nostro atelier imparano la falegnameria e il disegno artistico, altri, i più grandi, restano ancora per strada ma due volte la settimana, il martedì li raduniamo per un minimo di lavoro retribuito e due pasti caldi, poi la domenica per un po’ di catechesi e il pasto di mezzogiorno. In questo servizio oltre i nostri giovani in formazione ci aiutano gli scouts e i giovani dei gruppi missionari delle parrocchie che seguo personalmente. Con loro si fa raccolta di cibo nei mercati rionali il martedì e il sabato.

Questo è il nostro Natale quotidiano dare fiducia e speranza a questo popolo che è il popolo che Dio ama e che ci ha affidato come missione a vivere in un servizio di amore gratuito. Che il Dio del Natale, il Dio del volto umano manifestatosi in Gesù avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, anche lui senza fissa dimora, ci apre il cuore e la mente per dirci con quale Dio noi oggi stiamo e crediamo. Se il Dio dei potenti di turno a cui non interessa la vita della povera gente o il Dio di Gesù che si fa prossimità con i poveri sino a farsi povero con i poveri. Vi auguro di vivere questo Natale e ogni giorno con il Dio dal volto umano.

P. Gaspare MCCJ – Nomade di Dio in terra congolese.