Centro di Ascolto diocesano, le nuove indicazioni per l’accesso

In ottemperanza alle disposizioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri contenute nel Decreto #iorestoacasa del 10 marzo 2020, al fine di contrastare il dilagare dell’Epidemia di Covid-19, il Centro di ascolto diocesano, desiderando garantire i servizi urgenti, essenziali e indifferibili, pur salvaguardando la salute di operatori e beneficiari, seguirà le seguenti modalità di servizio:

  • Si potrà accedere al Centro di Ascolto esclusivamente dietro prenotazione telefonica. Chiunque avesse necessità di avanzare una richiesta di supporto dovrà previamente contattare il numero 0922.20455 nei giorni di mercoledì (dalle ore 10 alle ore 12) e giovedì (dalle ore 16 alle ore 18). L’operatore, valutata l’urgenza e l’indifferibilità della richiesta, fisserà un appuntamento al beneficiario, indicando una fascia oraria di ricevimento. Tutte le richieste differibili e non urgenti saranno rinviate a dopo la scadenza dei divieti prescritti dal Decreto;
  • Il Centro di ascolto riceverà esclusivamente le persone prenotate, nei giorni di lunedì (dalle ore 10 alle ore 12), martedì (dalle ore 16 alle ore 18) e venerdì (dalle ore 10 alle ore 12), nel giorno e nella fascia oraria comunicati al momento della prenotazione;
  • I beneficiari prenotati per una medesima fascia oraria potranno attendere il proprio turno negli spazi esterni al Centro di Ascolto. Entreranno uno alla volta, seguendo il turno di arrivo;
  • All’interno del Centro di Ascolto si chiederà il rispetto delle prescrizioni sanitarie: mantenere la distanza di almeno 1 mt, evitare contatti fisici (strette di mano, abbracci, baci), usare le precauzioni necessarie in caso di tosse o starnuti;
  • Non sarà ammesso l’accesso a persone in evidente stato influenzale;
  • Le ricevute relative ai pagamenti già effettuati non saranno consegnate in cartaceo, ma solo inviate per e-mail ai diretti interessati. Inutile presentarsi per farne richiesta.

> Le nuove indicazioni per l’accesso

«Siamo consapevoli  – dice il direttore di Caritas diocesana – di quanto le suddette misure ci costringano a limitare fortemente il nostro servizio e, soprattutto, a mortificare il nostro stile di accoglienza e di ascolto, ma riteniamo che esse siano necessarie a salvaguardare l’interesse collettivo alla salute».