Una pastorale cioè capace di confrontarsi con la complessità della vita di oggi, con la cultura, sensibilità di questa cosiddetta modernità o post-modernità, come alcuni cominciano a chiamarla, nell’incessante progresso della tecnologia che coinvolge anzitutto i mezzi della comunicazione che tanto influiscono sulla sensibilità di una umanità che pare diventare sempre più fragile.
Per questo si è rivelata davvero intensa la giornata agrigentina di ieri, per il gesuita Padre Antonino Spadaro s.j., direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, nominato da Papa Francesco nella Commissione che ha preparato i due Sinodi sulla Famiglia e adesso anche persona di fiducia nei viaggi papali fuori Roma.
Il quale, lasciando i suoi molteplici ed impegnativi servizi romani, è venuto ad Agrigento, invitato dal nostro arcivescovo, card. don Franco Montenegro. , per illustrare al Clero ed agli operatori pastorali della nostra arcidiocesi, il messaggio dell’Esortazione Apostolica post-sinodale di Papa Francesco, Amoris Laetitia; in mattinata al Clero ( sacerdoti e diaconi), in Agrigento, nell’ampio salone del seminario di piazza don Minzoni, mentre nel pomeriggio a Porto Empedocle, in un Convegno aperto a tutti, nella Chiesa della SS Trinità di contrada Ciuccafa.
Impossibile riassumere la lunga, su alcuni punti dettagliata ed approfondita relazione di P. Spadaro sull’importante documento, che, a più riprese, ha voluto sempre rimarcare non essere di carattere dottrinale, ma esclusivamente pastorale. Con un taglio decisamente innovativo sollecita a dare sempre prioritaria importanza alla coscienza di ognuno, perché “Dio c’è sempre nella vita di ogni persona”.
E partendo dalla persona concreta, con la sua coscienza, bisogna evitare anzitutto il pericolo di essere astratti, teorici, idealisti, per avviare subito un percorso graduale caratterizzato da “accoglienza, accompagnamento, integrazione”.
Tutto questo anche perché, nell’ottica fondata sui principi classici dei fondamenti della morale, si dice che un giudizio negativo su una situazione oggettiva, non implica un giudizio negativo sulla imputabilità di una persona, nella doverosa considerazione che ci sono circostanze o condizionamenti che limitano o annullano l’imputabilità.
Papa Francesco sulle diverse situazioni matrimoniali al n. 301 testualmente scrive: “Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.
Questa è una delle tante osservazioni, tutte volte a ridefinire il quadro e gli obiettivi generali della pastorale, in cui le norme o gli ideali non sono fatti per ricadere sulle persone, ma viceversa le persone devono essere gradualmente guidate a capire e gustare le vette di santità in quello sforzo dinamico perenne che è la bellezza di una vita cristiana in continua ascesi, senza banali appiattimenti e mediocrità.
Insomma il Papa, che davvero si rivela, soprattutto in questo documento, esperto in umanità, chiede a tutti, e anzitutto ai Pastori, (vescovi, presbiteri e diaconi) di vagliare tutte le “circostanze attenuanti” che il “discernimento pastorale” di ogni singolo caso richiede, pur tenendo presente l’ideale fissato nella norma che bisogna comunque non perdere mai di vista in tutte le situazioni spesso totalmente nuove e imprevedibili.
Senza prontuari o ricette sempre bisogna iniettare il lievito del Vangelo, affrontando con fiducia ogni tipo di esperienza di umanità ferita, degli uomini e delle donne del nostro tempo. Le esigenze del Vangelo non hanno timore di confrontarsi con tutti i tipi di “condizionamento” e con i diversi fattori che limitano la capacità di decisione della persona concreta che chiede aiuto e comprensione.
Il nuovo cammino pastorale che viene proposto, indubbiamente arduo ed impegnativo, offre senza dubbio soddisfazioni unitamente a preoccupazioni. Il problema è quello di formare le coscienze, di dedicare attenzione alla persona concreta, liberandosi da sterili conformismi pastorali. Che la situazione di umana sensibilità socio-culturale-spirituale di oggi ci dimostra superati, anche perché modellati fondamentalmente su schemi sacramentali validi in passato.
Diego Acquisto